L’incredibile storia del Balthus censurato e della sua giovane modella La notizia è apparsa qualche giorno fa su Libération e molti lettori, trasecolando, hanno subito gridato via e-mail alla “pruderie ipocrita”: era successo che a Essen, in Germania, Tobia Bezzola, direttore del museo Folkwang, aveva annullato per “sospetta pedofilia”, a due mesi dall’inaugurazione, una mostra firmata Balthus. 13 FEB 2014
Il grande bellezza Lo incontri per caso. Lo incontri a Roma. Lo incontri a Largo Argentina. Lo incontri di fronte a un vecchio palazzone a due passi da Campo de’ Fiori. Lo vedi sgusciare dentro l’androne del palazzo. Lo vedi salire al primo piano. Lo segui. Sali le scale. Arrivi di fronte a una porta a vetri. Cominci a intravedere i cuori, quelli della sua campagna elettorale, quelli famosi del “Roma Ti Amo”, e allora ti affacci sul pianerottolo, ti presenti, e chiedi alla segretaria se quel signore che sembrava Alfio Marchini era proprio Alfio Marchini. Sì. 12 FEB 2014
A LETTER TO POPE FRANCIS Your Holiness, we, Catholics as well as nonreligious people, think that, dealing with childhood, the Catholic Church should not be subject to blackmail by the secular world’s rabid vanguards. The same people trying to instil an ideology based on the abortion as a right and on the manipulation of human life since his very beginning are now yelling and shouting the hypocrisy of protecting childhood from their falsely universalized and untruthfully humanitarian stands. Redazione 11 FEB 2014
L’uomo di fiducia "Babbeo” – ebbe a dire Denis, tra lo sbattere dei piattini e il tintinnare dei cucchiaini (Denis come Dionigi, figlio di Giove, pur adesso nell’Olimpo arcoriano di scontento e lenta noia: più Dudù che Afrodite). Babbeo a chi, poi? Né nome fu detto, eppure nome fu inteso a Antonello Piroso (che l’esser vero cronista, si sa, neppure il frappè dimenticare fa): quello di Giovanni Toti, consigliere un giorno a levante un giorno a ponente del Cav. Stefano Di Michele 09 FEB 2014
Noi liberali, figli delle cattedrali “Chi siamo noi se non dei liberali?”. Si apre su questa domanda il controverso saggio di Larry Siedentop, un celebre politologo americano di stanza a Oxford da oltre quarant’anni, dove è cresciuto alla scuola di Sir Isaiah Berlin. Il nuovo libro di Siedentop, “Inventing the individual”, uscirà il prossimo 30 gennaio per le edizioni Penguin, ma ha già attirato le ire dei recensori, come David Aboulafia, che lo ha stroncato sul Financial Times. 29 GEN 2014
Dolce vita a Teheran Siamo alla fine degli anni Settanta. Yaakov Nimrodi è l’attaché militare israeliano nell’ambasciata ufficiosa dello stato ebraico a Teheran. Nimrodi tiene una festa per i maggiori ufficiali dell’esercito dello Scià, Reza Pahlavi. Per impressionare i suoi ospiti, chiede al figlio Ofer di suonare qualcosa al pianoforte. Il bambino, all’inizio esitante, esegue un brano di Bach. I generali iraniani applaudono e il capo di stato maggiore, Fereydoun Djam, regala al figlio di Nimrodi un orologio d’oro. Il padre interviene: “No, generale, è inappropriato”. 02 DIC 2013
Il ciarlatano Slavoj Zizek ha imparato da Bertolt Brecht. Ha tradotto le sue poesie. Da lui ha acquisito lo speciale talento per l’ipocrisia travestita da dissenso. Ma soprattutto l’idea che per essere un intellettuale di successo devi costruirti una speciale immagine fisica. Una sorta di divisa. Il guardaroba di Zizek così è ristretto a una serie di t-shirt da proletario dell’est Europa. Non veste altro, il filosofo più chiacchierato del mondo. 25 NOV 2013
C’eravamo tanto amati Perché tra sinistra e popolo sembra tutto finito Diciamo una verità scomoda: il popolo non ama la sinistra. Anzi, gli sta abbastanza antipatica. Del resto neppure la sinistra ama così tanto il popolo e i poveri. Sia chiaro: per poveri non si intendono i mendicanti, i disperati e col termine di popolo non ci si riferisce agli operai o ai lavoratori sindacalizzati. Quando parliamo di popolo pensiamo a quella famiglia che all’Autogrill si ingozza di panini, parla con un tono di voce insopportabile e non risparmia qualche scappellotto ai bambini. Ritanna Armeni 18 NOV 2013
Una lezione a Reality e l’arrivo del film salvifico al Festival di Roma E’ arrivato il film salvifico del Festival di Roma. I primi del concorso – “Dallas Buyers Club” escluso – erano così appiattiti sullo “specifico filmico” che l’orologio, consultato troppo spesso, sembrava fermo. Poi è arrivata “her” (sic), che conferma Marco Müller gran direttore di festival. La cagnetta sembrava Uggie, il Jack Russell di “The Artist”, tanto si era rotolata per terra, aveva scodinzolato, guaito, tip-tappato sulle zampe per “her” al Festival di New York, pur zeppo dei migliori film di Berlino, Telluride, Sundance, Cannes (fratelli Coen, Abdellatif Kechiche, James Grey, Alexander Payne, eccetera). di Mariarosa Mancuso e Redazione 12 NOV 2013