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le mobilitazioni
Tre licei occupati a Roma. La missione Flotilla accelera l'inizio dell'autunno caldo nelle scuole
Proteste negli istituti superiori in sostegno alla missione umanitaria per Gaza. La mobilitazione coinvolge anche le università. Il presidente dell'Associazione presidi del Lazio: “Così si rischiano molti danni, esistono alternative all'occupazione”
Striscioni con la bandiera palestinese e slogan di sostegno alla Flotilla: a due settimane dall'inizio dell'anno scolastico le proteste già animano le scuole. A Roma sono stati occupati l'Istituto Cine-Tv Roberto Rossellini, il liceo Cavour e il liceo Socrate. A guidare la protesta è il collettivo studentesco Osa (la sezione licei dell'organizzazione giovanile comunista Cambiare Rotta) che reclama di voler "costruire un fronte studentesco compatto in difesa della missione umanitaria”. Gli istituti scolastici "vogliono essere a fianco ai lavoratori e ai portuali che hanno partecipato alle manifestazioni in tutta Italia il 22 settembre". Ma la protesta non si ferma alla Capitale: anche a Torino, cinque licei si stanno mobilitando per la stessa causa.
Ci sono stati disordini anche nelle università: dalla Sapienza di Roma, dove è stata occupata la facoltà di Scienze politiche dopo quella di lettere, agli atenei di Torino e Padova.
"Le occupazioni non hanno mai avuto un riscontro di tipo positivo in rapporto alle richieste degli studenti" dice al Foglio Mario Rusconi, presidente dell'Associazione dei presidi del Lazio (Anp). "La cosa che inquieta è che in moltissime di queste occupazioni, purtroppo, abbiamo assistito a una serie di devastazioni di scuole". Al liceo Gullace l'anno scorso un incendio durante l’occupazione aveva causato danni stimati in due milioni di euro. Le occupazioni "spesso creano problemi a tutta la comunità scolastica", dice Rusconi. Per il presidente, "quest'anno sono iniziate prima a causa della situazione disastrosa a Gaza e della missione Flottila". Infatti, lo scorso anno l'autunno caldo delle scuole ha visto l'inizio a dicembre. Tra le scuole romane coinvolte c'erano il Manara, Morgagni, Russell, Newton, Carducci, Pilo Albertelli, Plinio Seniore, Enzo Rossi, Visconti, Montessori, oltre al Virgilio, occupato per quasi due settimane. Le motivazioni variavano dai tagli all’istruzione alla solidarietà con la Palestina.
“L’anno scorso le occupazioni sono iniziate dopo, non a due settimane dall’inizio dell’anno scolastico. Ma comunque il numero è stato significativo", dice il presidente del Anp. "Se anche quest’anno le occupazioni dovessero crescere con la stessa intensità, sarebbe l’ennesima prova che in tutti questi anni le motivazioni politiche dell’occupazione erano solo un pretesto per sfogare una rabbia degli studenti nei riguardi dell’istituzione scolastica”. Infatti esistono altri modi per esprimere dissenso. “La cosa che diciamo agli studenti è che ci sono mille modi per manifestare anche il dissenso politico. Parlando con uno dei presidi dei tre licei occupati è stata proposta una soluzione alternativa, ovvero l’autogestione, con momenti di riflessione fatti a scuola, mantenendo ordine interno, organizzando dibattiti. Non occupare. Ma questa proposta è stata respinta”, conclude Rusconi.