(foto Ansa)

il ritratto

Pragmatica, contraria ai boicottaggi, esperta di conti: chi è Laura Ramaciotti, nuova presidente Crui

Luca Roberto

La nuova presidente dei rettori guida l'Università di Ferrara. Sul caos negli atenei dice: "Ce ne occuperemo". E sulle richieste di interruzione degli accordi con Israele rivendica: "L'università crea ponti"

E' la seconda donna a guidare la Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) dopo il mandato di Giovanna Iannantuoni. E per Laura Ramaciotti, 53 anni, rettrice dell'Università di Ferrara, già questo è un risultato da rivendicare.

Nella riunione della Crui convocata ieri ha battuto la concorrenza di una rettrice come quella di Firenze, un ateneo ben più grande. E il suo primo commento è stato ecumenico, ispirato ai valori della massima unità della categoria: "La mia priorità sarà lavorare in uno spirito di collaborazione e condivisione sia all’interno della Crui sia con il ministero dell’Università e della Ricerca. Credo fermamente che l’università debba essere un luogo aperto, capace di valorizzare ogni voce e di costruire risposte alle sfide del nostro tempo. Lavoreremo perché gli atenei siano sempre più uno spazio dove la conoscenza e il confronto aiutino a rafforzare la coesione sociale", ha detto. Rimandando al mittente le richieste di alcuni colleghi che già si aspettavano, forse, dal nuovo presidente Crui un ruolo più critico nei confronti del ministero (vedi le prese di posizione di personalità quali Tomaso Montanari). 

Docente di economia applicata, è alla guida dell'ateneo ferrarese per il periodo 2021-2027. Ma già nello scorso mandato, quello di Iannantuoni, aveva ricoperto un incarico nella giunta direttiva della Crui, con delega a Bilancio, Economia e Finanza delle Università. Ha all'attivo collaborazioni in enti tecnici dell'Emilia-Romagna. E proprio l'interlocuzione con le amministrazioni regionali è sempre stata positiva. Ma cosa ci si deve aspettare da lei in previsione dell'autunno caldo che sta prendendo piede negli atenei, con le proteste pro Pal che hanno ripreso quota e minacciano di trasformare le Aule in un nuovo teatro di scontri e tensioni? Anche a Ramaciotti sono pervenute sul tavolo del rettorato di Ferrara le richieste di interruzione di ogni rapporto con le università israeliane. Ma oggi, intervistata dal Corriere della Sera, la rettrice ha chiarito qual'è la sua posizione: "L'università è un'istituzione che crea ponti a livello internazionale. Qualsiasi interruzione di dialogo è una sconfitta nel collaborare e costruire innovazione e progresso", ha specificato. "Certo, bisogna comunque selezionare e guardare bene le finalità di questi accordi. Ci concentriamo molto su Israele e Palestina ma abbiamo altri focolai di guerra, secondo me va guardato bene caso per caso". Una sostanziale chiusura a boicottaggi tout court. Semmai, una maggiore responsabilità a considerare scenari di guerra che vengono messi in secondo piano dall'opinione pubblica. Anche sulla gestione delle proteste nelle università Ramaciotti si è esposta, dicendo che "il tema sarà all'ordine del giorno della prossima assemblea a metà ottobre".

Del resto, l'Università di Ferrara sin dal 7 ottobre aveva cercato di serbare un'immagine più equilibrata di quelle viste in altri contesti universitari. E gran parte degli eventi a cui l'ateneo ha concesso l'autorizzazione in questi due anni hanno previsto un confronto tra le ragioni di una parte e dall'altra, come quello del dicembre 2023: un ciclo di incontri sulla "umanità negata" in medio oriente. Lascia ben sperare. 

Di più su questi argomenti:
  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.