
Giovanna Iannantuoni, presidente uscente della Crui (foto Ansa)
la crui contesa
Tra pro Pal e candidature sospese: la pazza corsa al nuovo capo dei rettori italiani
Cinque candidati (ma uno già sospeso dai pubblici uffici). E alcuni di loro sono favorevoli al boicottaggio di Israele. Si vota il 25 settembre
Per raccogliere l’eredità di Giovanna Iannatuoni a capo dei rettori italiani si presentano in cinque. Ma già alla prima riga di questo articolo ecco il primo colpo di scena: il rettore dell’Università Parthenope di Napoli, Antonio Garofalo, in realtà l’altroieri è già finito fuori dalla corsa perché sospeso dai pubblici uffici, a causa di un’inchiesta su presunti illeciti negli appalti pubblici della procura di Napoli. Con il congelamento della sua posizione, e con una campagna elettorale che era già partita da tempo, forte di un sostegno da presidente della Crui campana, le carte si rimescolano. E tutti gli altri quattro rettori possono covare delle speranze di vittoria.
Secondo i calcoli degli addetti ai lavori in prima fila c’è Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università degli Studi di Firenze. Ovvero dell’ateneo in cui sono comparsi insulti antisemiti nei confronti di un docente di Scienze giuridiche. In cui si è inneggiato ad Hamas nella sede di Lettere. E’ anche l’università che si è dissociata da eventi come un convegno sulla Shoah organizzato lo scorso anno in collaborazione con l’università di Tel Aviv. E che per il montante clima d’intolleranza ha portato alla nascita dell’associazione “Studenti per Israele”. Massimo Midiri è invece rettore dell’Università di Palermo, il primo ateneo italiano a sospendere, nel giugno 2024, tutti gli accordi con le università israeliane (lasciando intatti quelle con le università iraniane). E per sintetizzare il clima che si è respirato all’Università di Palermo sotto al governo di Midiri, basti dire che aziende come Leonardo per le continue contestazioni a opera dei collettivi hanno finito per rinunciare a partecipare a eventi importanti come i career days, per far incontrare domanda e offerta di lavoro. Come rettrice dell’Università di Ferrara l’economista Laura Ramaciotti ha dato al suo ateneo, dopo il 7 ottobre, un’impronta pacifista. Tenendosi alla larga da contestazioni e dal movimentismo dei collettivi. Mentre per il rettore dell’Università di Foggia Lorenzo Lo Muzio, l’ultimo in lizza, il problema di decidere su eventuali boicottaggi non si è nemmeno posto: il suo ateneo, 13 mila iscritti, non ha alcun rapporto con università dello stato ebraico. Anche per questa capacità di giocare da underdog c’è chi preconizza una possibile sorpresa.
A ogni modo non era mai capitato che l’elezione di un capo dei rettori fosse così affollata: complice anche il lustro che gli ex presidenti della Crui hanno ricevuto una volta terminato il loro mandato: Gaetano Manfredi è diventato primo ministro dell’Università e della Ricerca e poi sindaco di Napoli, Patrizio Bianchi ha fatto il ministro dell’Istruzione, Ferruccio Resta è presidente della prestigiosa Fondazione Bruno Kessler. E c’è chi ipotizza un ruolo politico (forse anche a Milano) per la presidente uscente Iannatuoni, rettrice dell’Università Bicocca. Si vota il 25 settembre. E non è ancora detto che Garofalo, ufficialmente sospeso per un anno, non riesca a ottenere il modo di rientrare in questa pazza (e inedita) corsa a diventare il capo dei rettori. Col rischio concreto, però, che ai tavoli sul futuro dell’Università italiana si possa sedere o qualcuno che si è dimostrato tutt’altro che inflessibile alle proteste dei collettivi. O quantomeno una seconda fila del mondo accademico.