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Cos'è l'emolitina, la prima proteina extraterrestre

Paolo Galati

Un recente studio della Harvard University ha annunciato di averla scoperta nel meteorite Acfer 086, caduto in Algeria nel 1990

A livello del mare (o poco più) siamo tutti preoccupati a mantenere le distanze con una mascherina e a guardare in basso. Sopra le nostre teste si incrociano le traiettorie di milioni di asteroidi in orbita attorno alla terra (e non solo).

Gli asteroidi che colpiscono la superficie terrestre si chiamano meteoriti: state calmi e non svaligiate i supermercati. I meteoriti sono molto pochi perché la maggior parte degli asteroidi esplode o si polverizza nel passaggio attraverso l’atmosfera dando luce al fenomeno delle stelle cadenti. Noi esprimiamo desideri guardando dei sassolini che nella maggior parte dei casi si sono carbonizzati nel tentativo di attraversare l’atmosfera terrestre. Ok detta così fa star male anche me, ma vi prego di non fermarvi alle parole; insisto allora: anni e anni di desideri espressi guardando le stelle cadenti per poi ridursi a dei sassi che nell’attrito si infiammano? Scusate non è colpa mia se si chiamano anche “lacrime di San Lorenzo”. Ma la metafora di Gianni Morandi vale anche per gli oggetti inanimati: qualcuno ce la fa a toccare la terra, più o meno 5/6 meteoriti all’anno. Ogni meteorite che giunge sulla terra funziona come una piccola capsula del tempo. Guardare dentro quel piccolo volume roccioso è come guardare il primo episodio di una serie tv, forse la più affascinante di tutte: la serie tv sulla storia del nostro sistema solare che ha avuto inizio circa 4,5 miliardi di anni fa.

 

Oggi vi voglio parlare di Acfer 086 che – oltre ad un ottimo nome profilo, pensateci – è un meteorite di 173 grammi caduto in Algeria nel 1990. Un recente studio della Harvard University ha annunciato di aver scoperto una proteina nel meteorite caduto 30 anni fa. E se lo studio fosse confermato sarebbe la prima per un oggetto venuto – letteralmente – dallo spazio. Di natura extraterrestre la proteina è stata battezzata Hemolithin (tradotta in italiano con il termine “Emolitina”). Io l’avrei chiamata “Ufo-Proteina” ma va bene così, comunque è la prima proteina che sia mai stata scoperta all’interno di un meteorite.

 

Lo studio pubblicato di recente si basa su analisi fatte su campioni dell’ordine del micron (10-6m) di Acfer 086 attraverso uno spettrometro di massa di nuova generazione. Uno spettrometro di massa è la bilancia del mondo degli atomi. Vi basti sapere che – però – per essere “pesato” un campione di materiale deve essere in fase gassosa e ionizzato: oh mio dio cosa vorrà dire ionizzato? C’entra mica il coronavirus?

Ionizzato vuol dire che alle molecole del campione viene impartita una carica elettrica. Quindi il campione alla fine della catena di misura verrà distrutto, the end. La spettrometria di massa distrugge (ahimè) i campioni da analizzare ma fornisce moltissime informazioni: la massa molecolare, la formula chimica di composti non conosciuti, le concentrazioni di materia e molto altro.

 

Lo studio insiste sul fatto che la proteina extraterrestre non sia mai stata osservata prima. È una proteina composta da Litio, Ferro, Ossigeno certo - è emersa la presenza di glicina – tutto già noto: ma la sua configurazione non è strutturalmente riconducibile alle ben note proteine terrestri. Il fatto che manchi ancora la conferma ufficiale è il motivo per cui verranno effettuate nuove analisi per confermare o ribaltare il risultato annunciato in anteprima. La novità non si ferma qui. È risaputo (almeno dagli anni ’60) che i meteoriti che cadono sulla terra contengano composti organici (per esempio amminoacidi). Basandosi sul processo di formazione dell’Emolitina, gli studiosi ipotizzano che il meteorite sia addirittura antecedente alla formazione del sistema solare: stiamo parlando della nube interstellare da cui si sarebbe originato il nostro sole. Il meteorite Acfer 086 potrebbe essere stato un testimone oculare della primordiale sala parto stellare. E – dulcis in fundo – ci sarebbe un particolare ancora più interessante: da molti indizi la struttura della proteina (in particolare le sue estremità in ossido di ferro) permetterebbe di dividere la molecole dell’acqua nei suoi costituenti principali, idrogeno e ossigeno. Un processo che come sappiamo ha giocato un ruolo fondamentale per lo sviluppo della vita sul nostro pianeta.

Non so voi ma ora ne ho abbastanza di proteine. Vado a riscoprire la bellezza dei carboidrati, non so ancora se a porte aperte o a porte chiuse.

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