Bill Gates (foto LaPresse)

Bill Gates come Fidel Castro, vuole creare una supervacca da latte

Maurizio Stefanini

Il tycoon di Microsoft vuole produrre mucche che resistano ai climi tropicali. Prima di lui ci aveva provato il lìder maximo, ma i suoi tentativi di creare una “vacca eroica” furono una farsa

Roma. Riuscirà la Supervacca capitalista di Bill Gates a realizzare il sogno della Vacca Eroica comunista di Fidel Castro? Il tycoon di Microsoft ha annunciato l’investimento di 40 milioni di dollari della sua Fondazione per realizzare una “Supervacca” geneticamente modificata in grado di produrre latte in quantità anche nei climi più torridi e contribuire a risolvere il problema della fame nel mondo. “Nella notte tutte le vacche sono nere”, scriveva Hegel nella famosa Prefazione alla Fenomenologia dello Spirito. Nella realtà anche quando non c’è luce i bovini sono ben distinti in varie razze, adattate a ambienti diversi. La Holstein, ad esempio, produce 19 litri di latte al giorno, ma in clima caldo muore quasi subito. La Zebù invece ci vive benissimo, ma non produce più di 1,6 litri. Il progetto per cui Gates ha costituito la GALVmed (Global Alliance for Livestock Veterinary Medicines) con sede a Edimburgo punta a usare l’ingegneria genetica per creare un ibrido che continui a produrre a ritmo di una Holstein pur riuscendo a sopravvivere al Tropico.

 

Ma un’idea del genere era venuta tanti anni fa anche a Fidel Castro, che aveva per la biotecnologia lo stesso tipo di passione che Hitler aveva per la pittura, Mussolini per il violino e Stalin per la linguistica. “Questo centro ci colloca tra i primi otto paesi del mondo in un ramo della ricerca scientifica a cui corrisponde una tecnologia d’avanguardia”, spiegava ad esempio a Gianni Minà nella famosissima “intervista in ginocchio”, parlando suo Istituto di ingegneria genetica e biotecnologica. E scriveva Eduardo Galeano nell’altro best-seller filo-castrista Le vene aperte dell’America Latina: “Per aumentare la magra produzione di latte del bestiame Zebù, si sono portati a Cuba tori di razza Holstein con i quali, mediante l’inseminazione artificiale, si sono fatte nascere novecentomila vacche incrociate”. Commento sarcastico dello scrittore esule Carlos Alberto Montaner: “Si è cercato di ottenere mucche che resistessero al sole come quelle cubane e producessero latte come quelle nord-europee, con il risultato di mucche che continuavano a produrre poco latte, ma in compenso morivano come mosche”. Anche Jorge Edwards, ambasciatore di Allende espulso da Fidel per le sue amicizie con intellettuali non conformi, nel suo Persona Non Grata racconta di una “fattoria modello” dove il líder máximo trascorreva ore a farsi portare bottiglie di latte con etichette “come i tedeschi fanno con le birre di marca”.

 

Prima di Fidel Cuba esportava carne bovina. Oggi invece la carne è razionata, mentre il latte è riservato solo a vecchi e bambini. Di novecentomila vacche ibride morte precocemente per gli esperimenti di Fidel, si salvò una sola eccezione: la mucca Ubre Blanca, “Tetta Bianca”, che il 25 gennaio 1982 produsse in una sola mungitura 110.9 litri di latte, finendo nel Guinness dei Primati. Ubre Blanca divenne così la “vacca eroica”. Separata dalle sue volgari compagnie deviazioniste, fu messa in una stalla climatizzata, allietata da musica sinfonica e scortata da membri della guardia del corpo personale di Fidel. Sui giornali, le sue imprese lattifere contendevano la prima pagina ai discorsi dello stesso líder. Ma in capo a tre anni anch’essa morì, di malattia alla pelle risultato del sole cubano. Fidel le fece erigere un monumento in marmo bianco, mentre il corpo mummificato fu conservato dentro a una cabina di cristallo.

 

  

La vicenda delle vacche eroiche della Cuba castrista è stata letta dagli storici come metafora del fallimento dell’esperimento cubano fin dai suoi presupposti scientifico-ideologici. Se il capitalismo ogm di Gates riesce dove Fidel ha fallito, la metafora è ancora più amara.

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