foto U.S. Department of Agriculture via Flickr

Biodinamica in università, Harry Potter sale in cattedra

La “magia della scienza” non è stregoneria: più Strampelli, meno Steiner. Lo sdoganamento dell'agricoltura biodinamica è tracimato in automatico anche in vari programmi televisivi e nei media. Forze cosmiche e vesciche di cervo comprese

Defez Roberto e Salvi Sergio

La “magia della scienza” non è stregoneria: più Strampelli, meno Steiner. Lo sdoganamento dell'agricoltura biodinamica è tracimato in automatico anche in vari programmi televisivi e nei media. Forze cosmiche e vesciche di cervo comprese.

Lo scorso 29 maggio è stato celebrato il centocinquantenario della nascita del genetista agrario Nazareno Strampelli, oggi riconosciuto come il precursore della Rivoluzione verde degli anni sessanta. Per i successi ottenuti nel miglioramento genetico del frumento con la creazione di innovative varietà ad alta resa, Strampelli fu ribattezzato “il mago del grano” e persino oltreoceano divenne noto come “The wheat wizard” quando, nel 1934, la sua varietà di frumento tenero “Damiano Chiesa” batté il record mondiale di resa del cereale con i suoi 73 quintali per ettaro. Per compiere simili prodigi Strampelli non aveva studiato agraria ad Hogwarts (la scuola di magia e stregoneria della saga di Harry Potter), bensì alla scuola di agricoltura di Portici e infine all’università di Pisa, dove si laureò nel 1891. Integrando selezione genealogica ed ibridismo, ossia quanto di meglio la scienza dell’epoca metteva a disposizione di un breeder, e attingendo alla diversità genetica fornita da 250 varietà di frumento provenienti da ogni angolo del globo, Strampelli costituì, tramite incrocio, nuove varietà di frumento resistenti alle micosi, al collasso degli steli e alla siccità. A partire dal secondo dopoguerra alcune di queste creazioni furono adottate dai principali paesi produttori quali capostipiti delle moderne varietà di frumento. A dispetto del soprannome che gli fu affibbiato, Strampelli era quindi un innovatore che si occupava concretamente di scienza e la utilizzava per combattere uno dei problemi fondamentali dell’esistenza umana: la fame.

[**ARTICOLI-CORRELATI**]Tuttavia, l’appellativo di “mago del grano” potrebbe presto indicare il titolo di studio rilasciato da qualche corso universitario italiano in agricoltura biodinamica, disciplina pseudoscientifica fondata da un personaggio contemporaneo di Strampelli che di magia (vera) ne sapeva certamente ben più di lui: Rudolf Steiner. Figura di “tuttologo” spaziante dalla filosofia alla pedagogia, dall’arte alla medicina, dalla sociologia all’architettura, dall’antropologia all’esoterismo, negli anni venti Steiner si occupò anche di agricoltura secondo una concezione vicina all’agricoltura biologica, ma che si differenziava da questa per l’adozione di principi del tutto ascientifici. L’agricoltura biodinamica, infatti, si fonda sugli effetti che sarebbero espletati sulle colture da misteriose “forze cosmiche” e altrettanto oscure “energie vitali”, il tutto condito da rimedi e rituali che farebbero impallidire le pozioni e gli incantesimi della saga di Harry Potter.


Nonostante le prove scientifiche della maggior efficacia rispetto a quella convenzionale (e alla stessa agricoltura biologica) siano totalmente assenti, l’agricoltura biodinamica è stata recentemente sdoganata ed elevata al rango di scienza dal ministero dell’Agricoltura, che ha promosso l’istituzione di un tavolo di confronto con il Miur per la definizione di programmi di approfondimento professionale su agricoltura biologica e biodinamica e relativa sperimentazione in due atenei nell’ambito del “Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico” varato quest’anno. Nei libri della scrittrice britannica J.K. Rowling i non-maghi si chiamano “babbani”, termine che assomiglia molto a babbei. E saremmo dei veri babbani se noi contribuenti, mediante le nostre tasse, dovessimo pagare stipendi a professori chiamati a spiegare che per arricchire in zolfo un campo biodinamico si deve prelevare la vescica urinaria a dei cervi maschi per riempirla di fiori di achillea. Senza che una adeguata etichetta sconsigli un vegano a consumare simili alimenti.


Lo sdoganamento è poi tracimato in automatico anche in vari programmi televisivi e nei media in genere, al punto che gli sforzi compiuti finora per rivalutare la figura e l’opera di uno scienziato troppo a lungo dimenticato come Nazareno Strampelli sembrano vanificati dagli effetti della “bacchetta di sambuco” impugnata dai Serpeverde dell’agricoltura biodinamica. Oggi che la magia e l’esoterismo in agricoltura hanno imboccato percorsi che rischiano di elevare la scuola di Hogwarts e annessi maghetti al rango di università e relativi dottori, è proprio a figure come quella di Nazareno Strampelli che dovrebbero guardare soprattutto quanti sono chiamati a prendere decisioni politiche e che hanno il dovere etico e morale di tenere separate e ben distinte la scienza dall’esoterismo e la sapienza dalla dabbenaggine.


Anche nel nostro Paese – parafrasando Albus Silente in “Harry Potter e il calice di fuoco” – presto si dovrà affrontare la scelta fra ciò che è giusto e ciò che è facile.

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