
Ansa
Esito prevedibile
Ogni contratto perso oggi è un medico in meno domani
Nel nuovo concorso di specializzazioni il 17 per cento dei contratti regionali sono rimasti senza assegnazione. La realtà è che l’attuale impianto formativo post-laurea non garantisce né una retribuzione adeguata, né tutele, né prospettive
Il concorso di specializzazione in medicina 2025 ha prodotto un risultato che era stato previsto — e ignorato: su 15.283 contratti regionali banditi, ben 2.569 (17 per cento) sono rimasti senza assegnazione, un numero destinato a salire per via delle numerose mancate immatricolazioni. Il dato più allarmante riguarda la Medicina d’Emergenza-Urgenza: solo il 55 per cento dei posti assegnati, nonostante la cronica carenza di medici in pronto soccorso. Percentuali simili si registrano anche in Anatomia Patologica e Radioterapia, specialità cruciali per il percorso oncologico e spesso trascurate dai decisori politici.
Secondo Anaao Giovani e Als, siamo di fronte a un fallimento sistemico. Le specializzazioni “meno ambite” non sono più solo scelte residuali, ma sintomi di un modello di formazione che ha perso attrattiva, dignità e sostenibilità. A nulla servono le giustificazioni accademiche nostalgiche sulla “vocazione” dei giovani medici. La realtà è che l’attuale impianto formativo post-laurea non garantisce né una retribuzione adeguata, né tutele, né prospettive. Le proposte ci sono: sostituire l’attuale sistema con un vero contratto di formazione-lavoro, introdurre i "learning hospital" per una formazione in corsia strutturata e dignitosa, abolire i costosi gettonisti (1,7 miliardi spesi in 5 anni) e rivedere i fabbisogni specialistici in base alle necessità reali del territorio e degli ospedali. Il tutto, secondo Anaao e Als, senza aumento di spesa pubblica. Servono anche misure immediate: aumentare da 5 a 7 gli scaglioni di scelta per l’assegnazione e introdurre una flessibilità di 45 giorni per la presa di servizio, per evitare che altri contratti vadano persi solo per ragioni logistiche o personali.
Questo è un appello, non solo una denuncia. La politica e il mondo accademico devono sedersi attorno a un tavolo — ora — per riformare seriamente la formazione medica. Perché ogni contratto perso oggi è un medico in meno domani. E un Ssn più fragile per tutti.

Cattivi scienziati