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il rapporto

Le barriere all'ingresso sulla sanità

Redazione

Per l’Italia, il rapporto della Commissione europea significa che ogni intervento di riforma in ambito sanitario dovrebbe considerare non solo la sostenibilità economica, ma anche l’impatto sulle disuguaglianze e l’accesso equo alle cure

Nel rapporto della Commissione europea “The Role of Healthcare in Reducing Inequalities and Poverty in the EU”, viene approfondito il legame tra politiche sanitarie pubbliche, povertà e disuguaglianze sociali nei paesi membri. Il documento introduce una metodologia innovativa per stimare l’impatto redistributivo delle prestazioni sanitarie pubbliche in natura (STiKs), integrandole nel calcolo del reddito disponibile dei cittadini. Questo consente di valutare il ruolo concreto dei sistemi sanitari nel riequilibrare le condizioni economiche e sociali della popolazione. Per l’Italia, i dati confermano alcune tendenze già note, ma offrono anche spunti nuovi. Da un lato, il Sistema sanitario nazionale contribuisce effettivamente a ridurre la disuguaglianza. Dall’altro, questo effetto redistributivo risulta meno marcato rispetto ad altri paesi, e non sufficiente, da solo, a colmare i divari economici esistenti.

 

Il quadro si complica se si guarda alla spesa sanitaria privata. In Italia, oltre il 5 per cento delle famiglie sostiene una spesa sanitaria definita “catastrofica” – cioè superiore al 40 per cento della propria capacità di spesa – una percentuale che colloca il nostro Paese tra quelli con maggiore esposizione in Europa. I soggetti più vulnerabili sono, prevedibilmente, gli anziani, i lavoratori autonomi e le famiglie a basso reddito. Il report evidenzia anche un dato controintuitivo: in Italia, i trasferimenti monetari diversi dalle pensioni (come sussidi e indennità) risultano meno progressivi della media UE, e in alcuni casi persino regressivi, beneficiando in proporzione maggiore i redditi medio-alti. Questo rafforza ancora di più l’idea di quanto il Sistema sanitario nazionale, più delle misure di sostegno al reddito, rappresenti oggi una delle leve principali di equità nel nostro welfare. Il rapporto della Commissione sottolinea l’importanza di proteggere e rafforzare i servizi pubblici essenziali anche in fasi di contenimento della spesa. Per l’Italia, significa che ogni intervento di riforma in ambito sanitario dovrebbe considerare non solo la sostenibilità economica, ma anche l’impatto sulle disuguaglianze e l’accesso equo alle cure.

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