(Ansa)

Perché sui vaccini s'è inceppata l'efficienza della Germania

Daniel Mosseri

Tra le critiche delle opposizioni al governo in un anno di elezioni e i colpi di coda dei Land la somministrazione dei vaccini procede a rilento

Berlino. Nella pluripremiata serie comica televisiva “30 Rock” ideata da Tina Fey e ambientata in uno studio televisivo newyorchese, ogni qual volta uno dei personaggi si sentiva poco bene interveniva il dottor Leo Spaceman con i più bizzarri rimedi per i suoi pazienti. La sua frase ricorrente era “Medecine is not a science” e tutto finiva in una grande risata. La medicina è una scienza empirica che procede sostenuta dalla ricerca fra scoperte, errori, osservazioni, invenzioni e correzioni. La pandemia che stiamo vivendo  ha puntato i riflettori sul procedere poco lineare di questa pratica. Si spiega così perché martedì sera la cancelliera tedesca Angela Merkel e il suo ministro della Salute Jens Spahn abbiano annunciato che il vaccino AstraZeneca sarà somministrato solo a persone con almeno 60 anni di età (i più giovani potranno riceverlo solo accettandone i rischi connessi). In Germania come in Italia, AstraZeneca era stato  raccomandato per gli under 65. Giorni fa era stato sospeso e poi  rimesso in circolazione.

Alcune  scoperte da parte della Stiko (la Commissione permanente sui vaccini) non possono essere ignorate, ha però spiegato la cancelliera nell’annunciare le nuove regole. La Stiko ha raccomandato di sospendere l’uso di AstraZeneca per gli under 60 per il possibile “verificarsi di effetti collaterali tromboembolici rari, ma molto gravi” nei vaccinati di più giovane età, specialmente donne. L’Ema ha detto che sono in corso delle analisi,  “un nesso casuale” degli eventi di trombosi “con il vaccino non è dimostrato ma è possibile”. Scienziata di formazione e politica di professione, Merkel ha riconosciuto come questi annunci possano provocare “insicurezza” nei cittadini, sottolineando però che “la trasparenza è il cammino da seguire in questa situazione”. Con meno del 10 per cento della popolazione vaccinata, il piano anti Covid della Germania va a rilento; prevale invece l’attesa per la consegna entro la fine del secondo trimestre dell’anno (ma il governo punta alla metà di aprile) di 40,2 milioni di dosi del vaccino Biontech/Pfizer, di 6,4 milioni di Moderna, di 15,4 di AstraZeneca e di 10,1 milioni del vaccino monodose della Jonhson&Johnson. Per vaccinare tutti quello che lo vorranno, come promesso, entro il 21 settembre. 

La campagna vaccinale è a oggi lenta: pesano sia la scarsità delle dosi sia l’aumento dei No vax e di chi non vuole AstraZeneca. Sussulti e singhiozzi sono però da imputare anche a un sistema sanitario parcellizzato. Erano stati gli alleati a fine della Seconda guerra mondiale a imporre ai tedeschi sconfitti la moltiplicazione dei centri decisionali. Così ogni Land oggi ha un sistema di polizia e servizi segreti propri, ma sono autonomi anche il sistema scolastico e quello sanitario, con molta frustrazione per il governo federale ogni qual volta debba discutere di lockdown, decidere sulle ferie nelle seconde case o sospendere un vaccino. Anche il nuovo stop ad AstraZeneca, partito dal Bradenbeurgo, è stato esteso a livello nazionale solo dopo l’ennesima videoconferenza fra il governo e i 16 Länder. Per lo stesso motivo “io ho già ricevuto la seconda iniezione di Moderna una settimana fa”, racconta al Foglio un anziano berlinese, “mentre alcuni miei compagni di scuola di altre regioni saranno vaccinati con AstraZeneca ai primi di maggio”. 

Dimenticate le lodi ricevute un anno fa per la buona gestione della prima ondata della pandemia, la Germania si scopre disorganizzata, con un sistema sanitario confusionario. Con grande godimento dei movimenti No vax tedeschi, che sparano ad alzo zero su Big Pharma, la mancanza di coordinamento fra voci autorevoli fa il resto: alle raccomandazioni della Stiko si aggiungono i pareri del Paul-Ehrlich-Institut per i vaccini e le decisioni di 17 ministeri della Sanità. In un anno elettorale, anche le opposizioni (Verdi, Liberali, socialcomunisti e AfD) hanno gioco facile a criticare il governo. Le opposizioni come pure il governatore bavarese Markus Söder, che cerca di accreditarsi come candidato cancelliere di tutti i moderati alle elezioni di settembre. Uomo di maggioranza, Söder non critica la cancelliera ma insiste per importare in Germania il vaccino russo Sputnik V. In questa cacofonia, Merkel tiene la barra al centro aspettando da un lato la consegna dei vaccini, dall’altro che il preparato tedesco CureVac si dimostri efficace anche contro le varianti del coronavirus e riceva luce verde dalla Ema entro fine maggio. 

Di più su questi argomenti: