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Banco di prova

A destra (sognando Malagò) si testano argomenti per il 2027. L'idea è: no grandeur

Restare "terra-terra", cioé: lotta alle cartelle pazze Ama, strade sicure, no alle "ciclabili inutili"

Marianna Rizzini

Si affaccia con sempre maggiore concretezza il nome dell'ex presidente Coni. E da qualche settimana, nel quartier generale locale di FdI ci si prepara alla futura campagna elettorale. La linea è: se Gualtieri fa le cose in grande a destra bisogna restare su temi di forte e immediata presa popolare

Non è un gran rifiuto, è una rinuncia preventiva e ribadita dopo qualche altro mezzo no, quella che il ministro dello Sport Andrea Abodi ha consegnato ai microfoni della trasmissione “Un giorno da Pecora”, su Radio 1: lavoro affascinante, ma non saprei farlo, ha detto il manager riferendosi al mestiere di sindaco che, già nel 2021, l’entourage meloniano aveva pensato potesse essere adatto a lui prima che spuntasse il nome del cavallo perdente Enrico Michetti, e che per il 2027 qualcuno, nella coalizione di governo, aveva pensato di riproporgli. Ed ecco che si affaccia con sempre maggiore concretezza il nome considerato, nel centrodestra, più che spendibile per cercare di ribaltare il pronostico che dà per vincente l’attuale sindaco dem Roberto Gualtieri: quello dell’ex presidente Coni Giovanni Malagò, vertice della Fondazione Milano-Cortina 2026.

 

Non soltanto Malagò convince FdI, ma piace a Forza Italia e non trova al momento sulla sua strada una Lega oppositiva (ma chissà). L’idea è: meglio metterci un tecnico, sì, ma un tecnico che sia anche conoscitore Palazzi. Il nome però non basta, ed è per questo che, da qualche settimana, nel quartier generale locale di FdI e Lega si “testano” alcuni argomenti adatti alla futura campagna elettorale. La linea è: se Gualtieri fa le cose in grande (cantieri, termovalorizzatore, cambiamenti profondi), tanto più a destra bisogna restare per così dire “terra-terra”, su temi di forte presa popolare immediata: il capogruppo leghista in Campidoglio Fabrizio Santori, per esempio, da giorni interviene sui social sulla questione delle “cartelle pazze Ama”, sul doppio binario della difesa dei cittadini esaperati per il caro bollettini e del sostegno ai lavoratori dell’azienda, costretti a far straordinari visto l’assalto dei romani che corrono agli sportelli per dimostrare gli errori negli accertamenti sul pagamento del tributo.

 

Altro tema (che unisce Lega e FdI): le “strade sicure”. C’è chi, come Santori e come il senatore leghista Andrea Paganella (che ha presentato un emendamento alla manovra), vorrebbe vedere i militari anche nelle stazioni della metropolitana e chi, come il deputato Marco Perissa, luogotenente romano di FdI, dice no alle “Ztl e alle ciclabili inutili”, proponendo la messa in sicurezza di quelle esistenti e l’estensione della rete metro fino al Gra, nel nome del “basta” alle morti in strada e alle “autostrade in città” (vedi via Crostoforo Colombo). Il 2027 è più vicino di quello che sembra?

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.