Roma Capoccia
La disfida sugli abbattimenti degli alberi
Il Campidoglio rivendica numeri record sul verde. Ma in mezza Roma è protesta contro i tagli: “Sui dati non c’è trasparenza”
Per associazioni e comitati quella che sta avvenendo a Roma è una vera e propria “strage di alberi”. L’ultimo episodio? L’abbattimento di 59 dei 67 cipressi che circondavano il Mausoleo di Augusto. Per Palazzo Senatorio, però, siamo di fronte a una “svolta green sulle alberature”. Roberto Gualtieri sui suoi social mostra il nuovo “gemello digitale”, un sistema di rilevazione per censire ogni singolo albero, con tutte le sue caratteristiche. Le associazioni, invece, denunciano la “totale assenza di trasparenza sul numero degli abbattimenti e delle nuove piantumazioni”. E’ la disfida degli alberi, fatta da due narrazioni diamentralmente opposte. E che riguarda metodi e numeri. Il Campidoglio rivendica un saldo positivo sugli alberi presenti in città: 21 mila abbattimenti, al fronte di 37 mila nuove piantumazioni. “Ma sono solo dati ufficiosi, dichiarazioni che non si traducono in nessun atto ufficiale”, polemizza Jacopa Stinchelli, presidente dell’associazione Cittadini uniti per Roma i suoi alberi e i suoi abitanti (Curaa). Su questo ha trovato la sponda dei consiglieri Daniele Diaco (M5s) e Nando Bonessio (Verdi) che denunciano l’impossibilità di accedere ai dati. Nel corso di una commissione capitolina di fine ottobre, il direttore del Verde capitolino, Valerio Sarcone, ha sostenuto che ben 207 mila alberi su circa 340 mila sono stati censiti. Inoltre, ha detto, a breve i numeri saranno disponibili e in tanto ci sono i report settimanali. E’ su questi dati che le associazioni basano la loro protesta. Dice Stinchelli: “I numeri di Gualtieri non sono credibili. Nel 2023 gli abbattimenti erano 18 mila, è impossibile che nel 2025 siano solo 21mila. Dai nostri calcoli, fatti sui report settimanali ne risultano almeno 30 mila”. La presidente dell’associazione Curaa, contesta anche che il saldo tra abbattimenti e nuovi innesti possa essere positivo: “Gualtieri sostiene che a fronte di questi tagli siano stati piantati 37 mila nuovi alberi, con solo il 12 per cento di insuccessi. Dai nostri controlli a campione risulta invece che ne muoiano almeno il 60 per cento. Se abbiamo ragione – prosegue Stinchelli – questo significa che il saldo è nettamente negativo”. Intanto da Monteverde a Talenti da Acilia all’Eur, imperversano le proteste contro il taglio degli alberi. A fine ottobre l’Assemblea capitolina, su richiesta delle opposizioni, ha svolto una seduta straordinaria dedicata all’argomento. “Poteva essere fatto già nel 2023 – dice la presidente dell’associazione Curaa – quando a Villa Glori fu fatta una vera strage di alberi, una cosa che una villa storica non si era mai vista neppure ai tempi delle cooperative di Buzzi. In ogni caso siamo contenti che ci sia stata finalmente una presa di posizione politica, ma quella seduta non ha creato alcun miglioramento sulla trasparenza dei numeri”.
Per la gestione del verde pubblico è attivo un accordo quadro del 2023 da 100 milioni di euro, suddiviso in quindici lotti, uno per ciascun municipio. E anche su questi appalti le associazioni hanno non poco da ridire. “Ai tempi dell’inchiesta Mondo di mezzo si denunciava come alcune cooperativa preferissero abbattere gli alberi invece che curarli”, ricorda Stinchelli, che è convinta che anche oggi valga una logica simile. “E’ una questione economica: curare un albero costa molto poco, 50 o 100 euro, mentre con un abbattimento le ditte prendono fino a 2 mila euro. E’ovvio che, in assenza di controlli, possano esserci abbattimenti indiscriminati”. Stinchelli denuncia in particolare la situazione nel X Municipio: “E’ gestito dal Pd come un feudo dove i cittadini non hanno né ascolto, né parola”. E d’altronde sul verde le inchieste non mancano anche oggi. A seguito di un esposto del consigliere della Lega Fabrizio Santori, la procura di Roma ha aperto un fascicolo per scandagliare, appalto per appalto, se dal 2021 a oggi siano stati fatti abbattimenti senza verificare prima il reale stato di salute dei fusti. Inoltre, la gestione del verde di alcuni parchi era stata affidata alla Fenice Srl, l’azienda di Mirko Pellegrini, l’imprenditore finito al centro di un’inchiesta su presunte tangenti per la manutenzione stradale. Adesso quell’appalto è stato ritirato. “Solo che – denuncia Stinchelli – per sostituirla è stata chiamata la Isam, un’azienda che ad Asti, in Piemonte, è stata mandata via perché non adempieva ai suoi obblighi sulla cura del verde”.
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