(foto Ansa)

Primarie nel 2027?

Assedio a Gualtieri. Il sindaco parla di povertà e si trincera con i fatti per il bis, tallonato da Raggi&Marino

Marianna Rizzini

Molti mugugni a sinistra, sotterranei e non, contro il termovalorizzatore e lo stadio della Roma, ma il sindaco ribadisce la volontà di ricandidarsi

Ha parlato di povertà, ieri, commentando l’ultimo rapporto Caritas, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri (“se c’è un sette per cento di persone in povertà assoluta e circa il dodici-tredici per cento a rischio”, ha detto, “parliamo comunque di tantissimi cittadini: le diseguaglianze a Roma sono così radicate che rischiano di diventare un dato strutturale. E’ una sfida che deve sollecitare impegno da parte di tutti”). E ha fatto appello al governo e alla Ue per un aiuto in tema di edilizia residenziale pubblica, il sindaco, ribadendo, nei fatti, di voler guardare oltre il 2027, anche in tema di lavoro: “Non basta aumentare il pil o i livelli occupazionali. Occorre occuparsi del lavoro povero, precario e sottopagato, spesso anche nero o illegale, grande tema sociale e civile”.

 

In superficie, dunque, la linea è: procedere lungo la via tracciata. Aveva appena detto, infatti, Gualtieri, neanche un mese fa: “Mi ricandido, servono dieci anni per cambiare la città”, rivendicando l’apertura dei tanti cantieri e non nascondendo progetti e obiettivi: lo stadio della Roma, il termovalorizzatore, la necessità di “non limitarsi” a rattoppare, per operare “una trasformazione profonda”. Non era la prima volta che faceva capire, Gualtieri, di mirare a un secondo mandato, costruito attorno a “svolta green, grandi sfide, servizi fruibili di livello europeo”. Né parevano esserci, a sinistra, manifestazioni di insofferenza verso questa volontà espressa. E però, proprio mentre a destra si coccola ufficiosamente il nome di Giovanni Malagò come possibile avversario, Gualtieri si ritrova ora non soltanto con la sotterranea opposizione di chi, nel centrosinistra, pur senza passare ai fatti, mugugna proprio sul termovalorizzatore di Santa Palomba, ma anche, da qualche giorno, con l’esplicita azione a tenaglia dei due ex sindaci Ignazio Marino, “marziano” defenestrato dal Pd, e Virginia Raggi, ex prima cittadina grillina, portatrice di una linea dura e pura all’interno del M5s. Perché non fare le primarie anche per il primo cittadino? ha chiesto retoricamente Marino sui social, qualche giorno fa, dopo un incontro pubblico con Raggi. “Come si può fare campagna elettorale per il bis, andando contro ogni cosa che pensiamo e che abbiamo provato a fare?”, ha detto Raggi. La scelta ora passa al Campidoglio. Resistere, dissimulare o rilanciare? Intanto, l’associazione “con Gualtieri per Roma” ha organizzato un’iniziativa informale “a sostegno dell’attività politica del sindaco”, il 19 sera, a Palazzo Brancaccio. 

Di più su questi argomenti:
  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.