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Roma Capoccia

La nuova ciclabile di via Guido Reni divide il Flaminio: la borghesia di sinistra in rivolta

Gianluca Roselli

Da qualche settimana sta andando in scena una rivolta popolare contro la nuova pista, con la trasformazione della corsia centrale, oggi adibita a doppio parcheggio a spina, in un percorso per le biciclette

L’inciso, nel mezzo del discorso, è sempre lo stesso: “Oh, guarda che io sono sportivo, eh. Io so’ ciclista!”. Tutt’intorno, però, è una filippica contro la ciclabile. Perché “Roma non è una città da biciclette, e chi le usa?”. D’altronde, “che volemo fa’? Copenaghen, che è piccola e tutta in piano?”. Per non parlare di Milano, “che è un quartiere di Roma”. E poi “Qua manco prima c’erano parcheggi, figuriamoci dopo...”. “E dove parcheggiamo, appendiamo le auto ai lampioni?”. “E poi gli anziani?”. “E i disabili?”. “E i furgoni che devono scaricare?”. “E come vengo a fare la spesa al mercato rionale?”. “Vieni sabato quando all’Olimpico ci sarà Roma-Inter, così vedrai...”. Qualcuno ha fatto pure i conti di quanto il Comune può perdere di incassi togliendo i parcheggi blu: “100 mila euro al mese, 1 milione e 200 mila l’anno, hai capito?”.

 

Siamo al quartiere Flaminio, dove da qualche settimana sta andando in scena una rivolta popolare contro la nuova pista ciclabile in via Guido Reni, con la trasformazione della corsia centrale, oggi adibita a doppio parcheggio a spina, in un percorso per le biciclette che, da piazza Gentile da Fabriano, arriverà all’Auditorium. Una ribellione peggiore perfino di quella di via Panama. Solo che qui siamo al Flaminio, quartiere da sempre abitato dalla borghesia progressista, dove alle elezioni il Pd risulta sempre primo partito. Insomma, da quella sinistra che qualcuno ama definire Ztl, anche se qui la Ztl non c’è, o anche radical chic, che ogni fine settimana dagli attici di Villa Riccio scivola via silenziosa verso Capalbio. Zona chic e popolare, riassunta nella perfezione circolare di piazza Perin del Vaga: una meraviglia. E che quindi dovrebbe essere più vicina alle tematiche ambientali e alla mobilità sostenibile. Ma de che. Il quartiere ha reagito alla ciclabile peggio di quanto abbiano fatto i pariolini destrorsi e reazionari di via Panama, appunto. Anche se poi, dicono i sussurri in zona, a protestare sono sempre gli stessi: una minoranza rumorosa, spesso sobillata da consiglieri municipali della Lega o di Fratelli d’Italia, che sono saltati sopra al malcontento come orsi sul miele. Non pare vero, alla destra, di attaccare Gualtieri e Patanè dipingendoli come quelli che vogliono togliere i parcheggi ai romani. “Aho, alle comunali ’ste proteste so’ tutti voti...”.

 

Sì, perché anche qui di parcheggi si tratta: quelli persi per la nuova pista all’inizio erano 276. Un po’ troppi, tanto che il Campidoglio, dopo un confronto coi cittadini, ha apportato delle modifiche: prima sono scesi a 128, poi ne sono stati recuperati 91; alla fine i posti perduti saranno 37, tra via Reni e le strade adiacenti. Il problema è che qui il parcheggio è da sempre complicato: non ci sono quasi parcheggi, mentre i palazzi sono stati costruiti senza garage. Con l’aggravante degli eventi. Il Flaminio ai suoi confini ha lo stadio Olimpico e il Foro Italico. “Capirai, a ogni partita, stamo bloccati! E non puoi capire, ai concerti...”. Mentre al suo interno contiene il Teatro Olimpico, il Maxxi, l’Auditorium, il palazzetto per il basket. “E meno male che lo stadio Flaminio è fermo, sennò...”. E poi alle ex caserme, proprio in via Guido Reni, arriverà la Città della Scienza. Ma è proprio da lì che arriverà un aiuto ai residenti inferociti. “E’ stato approvato un project financing che in tre anni porterà 1.100 posti auto in più: 600 a pagamento più altri 200 gratuiti all’interno delle ex caserme, poi ne arriveranno altri 300 nelle vicinanze. Queste polemiche hanno davvero poco senso...”, osserva l’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè.

 

La settimana scorsa Patanè ha definito “inaccettabile” la protesta di alcuni cittadini che hanno bloccato il cantiere parcheggiandoci le auto, con tanto d’intervento della polizia municipale. Sabato, invece, doppia manifestazione: al mattino sono scesi in piazza alcuni residenti sobillati da Fratelli d’Italia e al pomeriggio corteo in bici in stile “critical mass” dei pro ciclabile. “Se vogliamo una città più bella, pulita e vivibile, qualche piccolo sacrificio dovremo pur farlo!”, dicono i pro bici. E invece per qualcuno una pista ci vorrebbe, sì, ma per gli scooter. Una bella preferenziale per i motorini. “Aho, e guarda che so’ ciclista pure io eh... Nun te crede...”.

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