Revanche verde
La Lega tiene a Roma (a differenza che altrove), e attira eletti altrui. Perché?
In una sorta di schema rovesciato (si fa per dire) alla “Dieci piccoli indiani”, la Lega a Roma non ha visto sparire uno a uno i propri esponenti, anzi: sta ricevendo, uno a uno, l’apporto di alcuni ex eletti di Forza Italia (anche se, sul piano nazionale, ha subito una flessione che Forza Italia non ha avuto (e al contrario è cresciuta). E dunque, a poca distanza dal rimpasto in Regione Lazio che ha premiato gli azzurri, la Lega, due giorni fa, ha salutato l’arrivo di Alessandra Mussolini e dello storico consigliere comunale romano Roberto Cantiani. Ci si domanda quale sia la ricetta di questa attrattiva contro tempo e controcorrente, essendo lontani i fasti leghisti degli anni 2016-2018, quando Matteo Salvini si sentiva pronto alla conquista della capitale a suon di gare contro Virginia Raggi sul tema della legalità. Alcuni, oggi, indicano il vicesegretario leghista e sottosegretario Claudio Durigon come deus ex machina dell’operazione “tenuta su Roma”, altri invece la descrivono come opera collettiva. Dice il segretario regionale del partito Davide Bordoni: “La Lega a Roma e nel Lazio sta facendo un lavoro continuo e costante. Siamo diventati un punto di riferimento. I cittadini sanno che ascoltiamo e che ci siamo. E Salvini è da tempo molto presente nel campo delle opere giubilari: i romani lo vedono attento alla città”. Per il consigliere comunale leghista Fabrizio Santori, la forza attrattiva della Lega a Roma dipende da diversi fattori: “In primo luogo, rappresentiamo una voce chiara e coerente su temi che toccano la quotidianità dei cittadini: sicurezza, degrado urbano, rifiuti, mobilità, diritto alla casa. Non ci limitiamo a denunciare, ma proponiamo soluzioni concrete e ci facciamo portavoce di chi spesso non è ascoltato. Sulla Ztl Fascia Verde presentiamo un dossier a settimana. In secondo luogo, siamo percepiti come una forza politica che non ha paura di andare controcorrente, anche nelle aule istituzionali. A Roma, dove per troppo tempo ha dominato una narrazione ideologica e autoreferenziale, la Lega è vista come alternativa credibile e pragmatica. Vedi la denuncia sulla manifestazione di piazza Europa del 15 marzo — siamo stati i primi e abbiamo tirato fuori tutti i documenti”. Infine, dice Santori, “c’è un lavoro capillare di ascolto, presenza e disponibilità. Non siamo chiusi nei palazzi, ed è questo che ci rende attrattivi: la capacità di connettere Roma alle sue vere priorità”.