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Roma Capoccia

Chi ha rapito le tartarughe del Santa Maria della Pietà? Indagine

Gianluca Roselli

Nel parco dell’ex manicomio romano, piccoli rettili acquatici svaniscono nel nulla. Abbiamo provato a capire perchè ma da parte dell'Enpa e dell'ufficio veterinario della Asl Roma 1 nessuna risposta. Forse muoiono? O vengono rubate? Il caso è ancora tutto da chiarire 

Chi ruba le tartarughe del Santa Maria della Pietà? Mentre l’attenzione dei giallisti italiani è rivolta alla dolorosa riapertura del caso di Garlasco, noi qui più modestamente ci si vuole soffermare su un piccolo mistero che non riguarda gli umani bensì gli animali. Protagoniste sono le tartarughe acquatiche che popolano la fontana all’interno del Santa Maria della Pietà, la grande area dell’ex manicomio chiuso nel 1999 i cui padiglioni sono ora sottoposti a una profonda ristrutturazione grazie ai fondi di Pnrr (58 milioni) e Giubileo. Il parco, dove hanno sede gli uffici del XIV Municipio e della Asl Roma 1, è ancora tutto un cantiere e i lavori sembrano procedere al lumicino. Ebbene, proprio davanti al padiglione principale c’è un’affascinante fontana popolata da tartarughe, ormai diventate la principale attrazione del parco. “Mamma, andiamo a vedere le tartarughe?”. Se ne stanno placide, a prendere il sole sul bordo o sui massi che si ergono dall’acqua, da sole o a gruppi, oppure nuotano. Insomma, se la godono. Da quando la fontana è stata ripulita (prima assomigliava a una palude) sono ben visibili, anche quelle sott’acqua. I bambini diventano pazzi, un pensionato porta del mangime, qualcuno le fotografa, qualcun altro riesce ad accarezzarle prima che si ritraggano. Sono le star del Santa Maria della Pietà.


Il problema, però, è che il numero è sempre cangiante. Nei tempi migliori se ne contavano una ventina, poi 16, solo qualche settimana fa 14 e ora solo 8. Sono sempre di meno. Qualcuno le prende e se le porta a casa? “All’ingresso non possiamo controllare quel che accade alla fontana, qui volendo si riesce a entrare anche di notte. Non si può escludere che qualcuno le rubi, come però è capitato che qualcuno le porti: magari hanno una tartaruga a casa, si stufano e la scaricano qui. Comunque, noi non ci possiamo fare niente…”, spiegano gli addetti alla security all’entrata. Ma magari mettere un cartello: Vietato toccare le tartarughe. “Eaccheserve?”. Vabbè.


Proviamo allora con chi dovrebbe averle più a cuore. Telefoniamo all’Enpa di Roma (ente protezione animali) dove ci dicono di inviare una mail. La scriviamo fiduciosi, spiegando la questione, ma nessuna risposta. Tutto tace, silenzio assoluto. Contattiamo allora l’ufficio veterinario della Asl Roma 1 che proprio qui ha sede, altra mail, e almeno stavolta la risposta arriva. “Il servizio veterinario non è deputato al controllo di eventuali furti di tartarughe. Oltretutto sono tartarughe piuttosto aggressive, sembra strano che qualcuno se ne appropri…”, ci scrivono. Le famose “tartarughe ninja” del Santa Maria della Pietà. Anche qui un buco nell’acqua (della fontana). Prima di farci venire in mente chi altro contattare (Forestale? Vigili? Carabinieri?), non ci resta che un’altra sosta davanti alla fontana. Sono ancora otto, per fortuna. “Magari ogni tanto qualcuna muore…”, azzarda un papà con prole. “Ma sono tra gli animali più longevi, vivono dai 30 ai 100 anni…”, risponde un ragazzo in pausa jogging. Resta il mistero, dunque. Sperando che gli esemplari “spariti” stiano bene, in qualche casa, con una foglia di lattuga a disposizione (ma quelle acquatiche sono onnivore).   

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