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Roma Capoccia

Al Foro Italico il Conclave del tennis ha già scelto tra folla, business e politica

Gianluca Roselli

Con totale di 55 mila posti, 21 campi e un villaggio vip rinnovato, si punta a 400 mila spettatori e un indotto tra 900 milioni e un miliardo: l'edizione 2025 degli Internazionali sarà forse la più grande di tutte

Tutti lo vogliono, tutti lo cercano. “Jannik! Jannik!”. Se a un paio di chilometri in linea d’area tutta Roma è concentrata sul Conclave, con piazza San Pietro blindata in attesa del nuovo Pontefice, il Papa del Foro Italico c’è già: è Jannik Sinner, numero uno al mondo, che qui fa il suo grande rientro sui campi da tennis dopo la squalifica di tre mesi. “Ho aspettative basse, forse sarò più competitivo a Parigi”, ha affermato il campione altoatesimo in conferenza stampa, generando sudori freddi ad Angelo Binaghi, presidente di Federtennis, che ha costruito l’evento tutto intorno a lui, sperando che arrivi in finale. Per la cronaca, l’ultimo italiano a vincere è stato Adriano Panatta, nel 1976. L’anno scorso Sinner non c’era, quest’anno invece esordirà sabato, ma già al suo primo allenamento sul Centrale c’erano 6 mila persone. “Ma non c’è una lounge privata solo per lui”, precisano dalla Fitp.

 

                     

 

Però le cose si sono fatte in grande, anche grazie alla sincronia tra Federazione e Sport e Salute. Tolta di mezzo la possibilità di un nuovo campo al posto del Grand Stand coprendo le piscine – ipotesi che vedeva la strenua opposizione della Federnuoto e del suo presidente Paolo Barelli (capogruppo di Forza Italia a Montecitorio), che su questo s’è fatto sentire pure con Antonio Tajani - Binaghi, l’ad di Sport e Salute, Diego Nepi Molineris, e il presidente, Marco Mezzaroma hanno rivolto lo sguardo più in là, verso lo Stadio dei Marmi, dove sono stati costruiti (e poi saranno smontati) tre nuovi impianti: la Super Tennis Arena, con 3 mila posti, e due campi con 800 posti ciascuno. Lo scenario, c’è da ammetterlo, lascia a bocca aperta, perché si gioca all’interno dell’impianto Pietro Mennea circondato dalle 32 statue marmoree, a fianco dello Stadio Olimpico, con la Farnesina sullo sfondo, tra cielo azzurro e pini marittimi. “Il Foro Italico è la più bella area al mondo dove giocare a tennis, ma è anche il suo limite, perché la capienza è quella che è e non si può aumentare più di tanto…”, è il giudizio dei cronisti tennistici di esperienza. Tribune sono state aggiunte poi al Pietrangeli e al campo numero 1, per un totale di 55 mila posti in tutto il "site" (erano 33 mila nel 2024), che raggiunge i 20 ettari. 21 sono i campi complessivi, 9 da gioco e 12 per gli allenamenti, ma ci sono 4 mila metri in più anche per le aree commerciali e il food & beverage. Con un villaggio vip rinnovato, perché anche la “Roma godona” vuole la sua parte. Nei pressi dello Stadio dei Marmi, poi, si può giocare liberamente a Padel, Pickleball e Beach Tennis. Resta il problema del Centrale, con i suoi 10 mila posti scarsi e l’assenza di copertura.

L’edizione 2025 sarà forse la più grande di tutte: si punta a 400 mila spettatori per un indotto tra 900 milioni e un miliardo. Nel 2024 sono stati venduti 356.424 mila biglietti per un incasso di 28,5 milioni, ora si supereranno i 30 milioni. Anche se in molti si lamentano dell’eccessivo costo dei biglietti, parecchio aumentato rispetto a qualche anno fa. Che però, viene spiegato, “è ancora tra i più bassi dei tornei Master 1000”.

Dopo il colpo da maestro di aver tenuto dentro la federazione anche il Padel, Binaghi si sta godendo il suo momento di gloria con la fortuna di avere un numero uno al mondo italiano, che sta facendo rivivere al tennis una nuova epoca d’oro, con 300 circoli nuovi in Italia ogni anno e sempre più praticanti, dietro solo al calcio. Ora rimane soltanto la vittoria di Sinner, anche se poi a Roma ci sono pure Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti (entrato nella top ten del ranking) e Lorenzo Sonego e tutti i big, tranne Djokovic. Lo stesso tra le donne, con Jasmine Paolini a convogliare il tifo azzurro. Un bel biglietto da visita in vista dell’elezione del nuovo presidente del Coni, con Binaghi che vedrà tramontare l’era del suo “nemico” storico Giovanni Malagò, che però sta manovrando per spingere Luciano Buonfiglio, presidente di Federcanoa, o Diana Bianchedi. “Binaghi starà alla finestra, non avrà un suo candidato”, si dice al Foro Italico. Ma in pochi ci credono. L’importante, come ha detto lui stesso, è che il nuovo capo del Coni “si ponga in posizione di ricucitura e di dialogo con la politica e non più di scontro continuo”. Musica per le orecchie del ministro Abodi e di Mezzaroma. La carta, se c’è, è ancora coperta.