Roma Capoccia
A 41 giorni dal Giubileo arriva l'inchiesta
Frode e turbativa d’asta sugli appalti per la manutenzione. Il sindaco Roberto Gualtieri: “Pochissimi quelli che riguardano l’Anno santo”
La notizia è stata diffusa di prima mattina. Negli uffici capitolini, e precisamente al dipartimento Lavori pubblici in via Petroselli, sono arrivati per effettuare alcune perquisizioni gli uomini della Guardia di Finanza. La procura di Roma indaga su alcuni appalti per le manutenzioni e il rifacimento del manto stradale. Le gare coinvolte riguardano lavori per una cifra che si aggira attorno ai 100 milioni di euro. L'imprenditore al centro degli accertamenti si chiama Mirko Pellegrini, 46 enne residente a Frascati. Secondo le ipotesi degli investigatori – coordinati dagli aggiunti Giuseppe Cascini e Paolo Ielo e dal pm Lorenzo Del Giudice – Pellegrini avrebbe creato diverse società, anche grazie a una rete di prestanome, attraverso le quali avrebbe aggirato le procedure di gara, simulando una concorrenza che in realtà non c’era. A coadiuvarlo in questa operazione sarebbero stati tre funzionari di Roma Capitale e uno della società della regione Lazio Astral. La procura contesta dunque l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di diversi reati, dalla turbata libertà degli incanti, alla frode nelle pubbliche forniture, passando per corruzione, riciclaggio e autoriciclaggio.
Al centro delle contestazioni ci sono anche le modalità con le quali le aziende di Pellegrino avrebbero eseguito i lavori assegnati. Le strade interessate – come ad esempio via della Serenissima, via della Magliana e piazzale De Bosis – venivano rifatte o riparate usando materiali scadenti o risparmiando sullo spessore del tappetino di asfalto steso in superficie, in questo modo le buche si ripresentavano alla prima pioggia o per l’usura di pochi giorni. Per questo viene contestata anche la frode in pubblica fornitura e ci sarebbero anche due agenti della polizia stradale indagati.
L’inchiesta scuote la capitale a 41 giorni dall’inizio del Giubileo, quando la città è ancora un gigantesco cantiere. Adesso il timore è che tutto si possa bloccare. Per evitare uno scenario del genere, il sindaco Roberto Gualtieri, che proprio oggi al Auditorium celebrerà i suoi tre anni alla guida di Palazzo Senatorio, ha subito spiegato: “Stiamo seguendo con la massima attenzione le indagini in corso, con la piena collaborazione e con un sentimento di gratitudine per il prezioso lavoro svolto a tutela della legalità e anche di indignazione per la possibilità che delle irregolarità siano state commesse perché questo non devo sporcare il lavoro straordinario e grandissimo che stiamo svolgendo”. Sarebbero infatti coinvolti anche appalti per la manutenzione stradale finanziati attraverso le risorse giubilari. Un sospetto destato anche dagli indagati. Oltre all’imprenditore appunto, ci sarebbero i funzionari di comune e Astral, la società a 100 per cento della regione Lazio che si è occupata di alcuni degli appalti giubilari per la manutenzione delle strade. Gualtieri in un primo momento aveva smentito questa possibilità. In serata però, dopo aver avviato un’indagine interna per verificare gli affidamenti alle ditte attenzionate dalla GdF e aver nominato una commissione ispettiva per verificare la corretta esecuzione delle opere, con una nota ha spiegato: “Dalle prime risultanze sono emersi (tra gli appalti affidati alle ditte riconducibili a Pellegrino, ndr) affidamenti, tutti effettuati attraverso le procedure di legge, compresi anche alcuni interventi giubilari”. Si tratterebbe di alcuni appalti dei Municipi.
A Roma purtroppo non è accaduto quello che avvenne a Milano prima dell’inizio dell’Expo del 2016 quando l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, parlando con l’allora capo della procura milanese Edmondo Bruti Liberati ottenne quella che i detrattori hanno chiamato la “moratoria Expo”. In pratica, ha raccontato Renzi, la struttura commissariale, guidata allora da Beppe Sala, forniva alla procura tutte le carte necessarie per evitare con controlli ex ante indagine successive in grado di rallentare la preparazione dell’evento.
Francesco Greco, che all’epoca era procuratore aggiunto nel capoluogo lombardo, considerato vicinissimo a Bruti Liberati e suo successore, oggi lavora come delegato alla Sicurezza nella giunta capitolina di Roberto Gualtieri. Ai fatti di ieri guarda con una certa prudenza: “Dobbiamo aspettare di leggere bene le carte”, dice al Foglio. “La mia sensazione è che si tratti di vicende bagatellari. La prima vittima di questa storia è proprio il comune che sarebbe stato frodato. Sembrerebbe lo schema di un auto cartello”.
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