Roma Capoccia
"Il turismo di massa va frenato, fa male anche alle imprese"
Parlano Gabriele e Guendalina Salini, lui imprenditore nel settore alberghiero e lei artista del "Lonely Lonely Planet"
“I danni del turismo di massa sono sotto gli occhi di tutti, basta farsi una passeggiata nelle principali città d’arte: Roma, Firenze, Venezia, per capire che un numero così alto di visitatori non si può reggere. Bisogna porre un limite o si va fuori controllo. E il primo passo è mettere un tetto agli affitti a breve”. A parlare è Gabriele Salini, cugino di Pietro Salini, famiglia ben nota nel ramo delle costruzioni e delle infrastrutture. Gabriele però si occupa di turismo e accoglienza. Dal 2016 ha aperto a Roma un piccolo boutique hotel in piazza Pasquino, dietro Piazza Navona, il G-Rough: dieci stanze ognuna diversa dall’altra con oggetti d’arte e di design. Poi è andato in Salento per aprire, nel 2019, Palazzo Daniele, una dimora del 1861 a Gagliano del Capo, che trasuda fascino e storia, anche qui pezzi di design e approccio minimal. Roma e il Salento, due luoghi presi d’assalto dal turismo di massa. “Quest’anno in Puglia la situazione è leggermente migliorata. Ho avuto molti americani, inglesi e australiani. Mi piacerebbe allungare la stagione, perché qui il personale è abituato a essere assunto da maggio a settembre mentre si potrebbe lavorare tutto l’anno. A Roma, invece, ho difficoltà a trovare personale”, racconta Gabriele Salini.
Ma torniamo all’overtourism. Voli low cost e case su Airbnb hanno le loro responsabilità, ma il fenomeno è più complesso. L’avanzata economica di paesi emergenti ha portato milioni di viaggiatori in più: cinesi, russi, europei dell’est. “Porre un limite agli affitti a breve è importante, perché con la situazione attuale non si sa quanti turisti possano arrivare, con un impatto devastante sulle città come servizi, mezzi pubblici, rifiuti e degrado. Si può seguire l’esempio di Barcellona o Parigi, dove si può affittare ai turisti solo per periodi limitati. Con l’affitto a breve i proprietari di immobili guadagnano 3-4 volte di più, dev’essere reso più conveniente l’affitto a lungo”, sostiene l’imprenditore.
Con lui c’è sua sorella, Guendalina Salini, artista, che proprio ai danni dell’overtourism ha dedicato una mostra: Lonely Lonely Planet. “Il turismo di massa cambia il volto delle città, con un proliferare di bar e ristoranti d’infimo livello, alcuni chiaramente legati al riciclaggio di denaro, oltre ai negozi di paccottiglia, che sostituiscono quelli di quartiere, per non parlare degli artigiani, che non esistono più. La parola ‘turista’ ormai ha assunto un’accezione negativa, chiediamoci perché. Nel centro di Roma si trovano negozi che vendono maschere veneziane e bottiglie di limoncello…”, sostiene Guendalina Salini. “Con le mie strutture cerco di fare il contrario: mettere in connessione i viaggiatori con la città, punto al ‘long stay’ proponendo una quinta notte gratuita se ti fermi per quattro. Poi offro consigli su dove andare: luoghi fuori dalle rotte turistiche, fino a bar e ristoranti, gli stessi che frequento io. L’idea è quella di trasformare i turisti in viaggiatori”, continua Gabriele Salini.
Negli ultimi tempi nell’hotellerie capitolina si stanno affacciando nuovi brand del lusso: Bulgari, Six Senses, arriverà anche il Mandarin. “Possono fare da traino per alzare il livello medio del turismo romano che, soprattutto quello religioso, lascia poco dal punto di vista economico alla città”, osserva Gabriele. “Ma i turisti 5 stelle luxury, quelli esaltati da Flavio Briatore, sono una nicchia che potrebbe stare ovunque: gli hotel di quel tipo sono uguali in tutto il mondo, i super ricchi escono coi suv dai vetri oscurati per andare nei migliori ristoranti senza alcun contatto con la città. Potrebbero essere a Milano, Londra, Parigi o Abu Dhabi e sarebbe la stessa cosa…”, sottolinea Guendalina. “Ora vorrei aprire altrove, sto valutando possibilità a Palermo e a Modena”, dice Gabriele. Che, insieme a cittadini del centro storico e operatori del settore, ha sottoscritto un “manifesto per fermare la turistificazione”, che alla giunta capitolina chiede proprio una regolamentazione degli affitti a breve. “Roma non ha bisogno di più turisti ma di salvaguardare sé stessa”, dicono.
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