Roma Capoccia
Lo stadio della Roma: il nuovo progetto e le confessioni grilline
La società giallorossa ha consegnato il progetto di fattibilità tecnico economica in Campidoglio. Intanto dalle aule giudiziarie emergono i retroscena sul vecchio piano, precipitato a causa dell'inchiesta. L'ex consigliera Cristina Grancio racconta: "Grillo ci diceva che non contavamo un cazzo"
Sessantacinquemila posti a sedere, 4 mila parcheggi, un parco di sei ettari dotato di playground. Tutto nel quartiere Pietralata, a un passo dalla stazione Tiburtina e da quella della metro B Quintiliani. Il nuovo stadio della Roma comincia a prendere forma. Lunedì l’ad della società giallorossa Pietro Berardi ha consegnato in Campidoglio lo studio di fattibilità tecnico economica per la realizzazione dell’impianto. Adesso partirà la conferenza dei servizi che entro 90 giorni dovrà esprimersi sul progetto. L’obiettivo è concludere i lavori per la nuova arena entro il 2027, un regalo per i cent’anni della Roma.
Per uno stadio che nasce ce n’è uno che muore, o meglio, è già morto, quello del progetto abortito di Tor di Valle. Proprio oggi si è svolta una nuova udienza del processo stadio a carico del costruttore Luca Parnasi, dell’ex presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito e del Mr Wolf del Campidoglio raggiano Luca Lanzalone. A testimoniare a piazzale Clodio c’era Cristina Grancio, ex consigliera capitolina del M5s cacciata dal gruppo grillino proprio per la sua contrarietà all’impianto. Grancio ha raccontato di un incontro in Campidoglio con Beppe Grillo. Il fondatore era furioso per l’ostinata contrarietà dei consiglieri del M5s all’impianto. “Ci disse ‘Voi non contante un cazzo, quando si tratta di questioni grandi dovete farvi guidare’”. Uno shock per gli eletti dell’uno vale uno. Alla fine però, quasi tutti si attennero alle indicazioni di Grillo. Non bastò. L’inchiesta giudiziaria fece franare comunque il progetto di Tor di Valle ed eccoci oggi, dieci anni dopo, con una nuova speranza per i tifosi.
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