Nella foto: la fermata Ostia Lido Nord (Cecilia Fabiano - LaPresse) 

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Ferrovia Roma-Lido, ovvero l'odissea perpetua dei pendolari

Andrea Venanzoni

Secondo la regione nel 2024 ci sarà un treno ogni 6 minuti, mancano due anni e passa un treno ogni 35 minuti

Nessuna nuova, buona nuova. Ma il detto non vale se siete utenti della Roma Lido. L’intervento dei privati ad esempio, vera novità se mai davvero fosse, da sempre viene dipinto come un rischio e mai come una opportunità e allora molto meglio preservare lo status quo. La messa a gara della ferrovia Roma-Lido, decisa nel 2018 dalla Regione salvo poi il drastico cambiamento di idee da parte di questa ultima, avrebbe probabilmente fatto finire la tratta, viste le condizioni finanziarie di Atac in mano ai privati. Musica e spartito dell’assessore capitolino alla mobilità, Eugenio Patanè, in una agenzia stampa risalente all’ormai lontano marzo scorso. 

   
Diversi mesi dopo, e con un servizio che continua a tracollare, riservando ogni giorno ai pendolari esausti una autentica via crucis di ritardi, disservizi, cancellazioni e guasti assortiti, viene da chiedersi in quale modo una gestione autenticamente privata potrebbe rappresentare un rischio. Autenticamente privata, specifichiamolo, uscendo cioè dalle pastoie di quel corporativismo municipale che annega sotto una coltre neofeudale di transazioni politiche le spinte realmente concorrenziali.

  
Nella perenne disfatta di una linea ferroviaria che serve due municipi con centinaia di migliaia di abitanti e notevoli flussi di pendolarismo, lavorativo e scolastico, verso il centro di Roma, il 2 giugno ha fatto registrare un nuovo record. Negativo, ovviamente. Non sfugga l’alto valore simbolico della celebrazione di quella data, con le massime autorità a festeggiare la Repubblica, con tanto di parata militare ai Fori Imperiali, mentre i turisti venivano fatti sfilare in ciabatte lungo le rotaie dopo essere rimasti letteralmente a piedi tra il capolinea di Piramide e la stazione di San Paolo.

 
Nessuna navetta predisposta in via d’emergenza. Scarse, scarsissime informazioni. Tanto per chi parla di “brand” di Roma, da spendere in chiave turistica o in prospettiva Giubileo 2025, che così stando le cose tornerà alle sue autentiche radici medievali. Cioè, da percorrere rigorosamente a piedi. Durissimo il Comitato dei Pendolari, che non manca non solo di stigmatizzare le disfunzioni che su base quotidiana rendono la vita dell’utente un dramma ma anche, dati e carte alla mano, di anticipare le storture. Basterebbe d’altronde un sia pur superficiale moto di autocoscienza per comprendere come, rimanendo così le cose, per la Roma-Lido sembri davvero non esserci alcun futuro.

 
Tornando al 2 giugno dei turisti che fiduciosi si erano recati da Roma a Ostia per un tuffo al mare o per visitare le meravigliose rovine di Ostia Antica, alle 16.50 un calo della elettricità sulla tratta porta alla sospensione del servizio tra Piramide e Magliana e a significativi ritardi sul resto della ferrovia, con tempi di percorrenza di un convoglio ogni quaranta minuti. Le scene, visionabili anche online tra foto e video di increduli utenti, raccontano di urla, risse, pianti, vagoni stipati oltre ogni legge della fisica, spintonamenti furiosi per riuscire a salire a bordo e non essere costretti ad aspettare il treno successivo. 

 
Il Comitato dei pendolari ha sottolineato come nonostante il giorno di festa e il facilmente prevedibile maggior afflusso di turisti verso il mare, la linea sia rimasta sguarnita con appena tre treni a servire l’intera tratta. Poi il calo di tensione, l’elettricità ballerina e il sequenziale caos. Resta da comprendere cosa vogliano fare il Comune e la Regione, visto che i rispettivi assessorati si trincerano dietro un silenzio piuttosto assordante, considerando il grado elevatissimo di disfunzionalità della tratta.  E considerando che fino a pochi mesi fa, in campagna elettorale, si vagheggiava dalle parti della Regione di un treno ogni sei minuti a partire dal 2024. Le dichiarazioni in tal senso sono ancora tutte consultabili.

 
A metà 2022, siamo a un treno ogni 35 minuti. Resta un assoluto mistero capire come in un solo anno e mezzo e vista la situazione attuale si possa anche solo pensare di avvicinarsi a realizzare quell’annuncio.
 

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