Natale di Roma

21 aprile, Roma interpreta se stessa al cinema (e all'Auditorium), tra simboli e speranze

Marianna Rizzini

Per il Natale di Roma (2775 anni) il docufilm del non romano Giovanni Troilo con il romano Edoardo Leo

È il Natale di Roma, oggi, ma che cosa significa, ora, compiere i “primi” 2775 anni, dopo una pandemia, con una guerra in corso? Intanto Roma interpreta se stessa in modo sempre diverso sullo schermo. Dal 19 aprile fino a stasera, infatti, al cinema arriva “Power of Rome”, docufilm del non romano Giovanni Troilo con il romano Edoardo Leo, nato il 21 aprile come la città, nei panni di se stesso e di Giulio Cesare. Raccontare la Roma antica attraverso la storia dei suoi imperatori, e quella moderna con uno sguardo di meraviglia, è l’idea, come se la si vedesse la prima volta, come se la si prendesse dal lato “grande bellezza” ma anche no.

  

Leo viaggia per le strade in una specie di film nel film, ha detto. “Una delle caratteristiche della città è l’accoglienza”, ha detto invece il regista, nei giorni in cui Roma si è riscoperta solidale all’arrivo delle donne e dei bambini ucraini. Però Roma è difficile da aiutare, dice l’attore, mentre, intervistato per l’uscita del film, racconta come si è calato nel ruolo di Giulio Cesare ma anche come si è messo in gioco in quelli di investigatore sui generis, in luoghi sconosciuti persino a un romano. E questo Natale di Roma, simbolicamente, segna la fine del silenzio sulla e nella città – calato su vie e piazze prima per Mafia Capitale, poi per l’effetto Coronavirus – e l’inizio di una nuova stagione di “grandeur” che i romani temono sia troppo simile a quella fallimentare del recente passato: alla vista dei bus di nuovo stracolmi di turisti e delle comitive che seguono l’ombrello della guida, il romano sobbalza, pensando “aiuto”.

  

Intanto, nel giorno in cui il sindaco Roberto Gualtieri dice che a Roma serve un termovalorizzatore entro il Giubileo, si comincia a festeggiare anche il simbolo della stagione di passata gloria, l’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano – che compie vent’anni in questi giorni. Per otto mesi si celebrerà l’evento: si parte oggi, con un concerto alla presenza del sindaco, del presidente della Regione Nicola Zingaretti e degli esponenti delle due Fondazioni Michele dall’Ongaro e Claudia Mazzola, mentre sul palco si alternano Antonio Pappano, direttore Musicale di Santa Cecilia; Luigi Piovano, primo violoncello dell’Orchestra; il Premio Oscar e artista residente di Musica per Roma Nicola Piovani; la Schola Cantorum dell’Accademia Nazionale e la Jazz Campus Orchestra Junior e Kids dell’Auditorium Parco della Musica. E si chiude simbolicamente il 21 dicembre, passando il testimone all’altro Natale.    
 

Di più su questi argomenti:
  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.