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roma capoccia

Turismo ko. Poche soluzioni

Gianluca De Rosa

Protestano albergatori e sindacati che temono licenziamenti

"Questi 250 lavoratori rischiano di essere solo la punta dell’iceberg di un problema che per Roma potrebbe essere gigantesco". Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, cerca di andare oltre la contingenza. Ieri pomeriggio si è svolto all’ingresso di villa Borghese il presidio di Cgil, Cisl e Uil contro i 250 licenziamenti collettivi annunciati da tre storici alberghi romani: lo Sheraton, il Majestic e il Cicerone. Erano presenti circa 150 lavoratori. A pochi passi da lì, nella sede di Federalberghi di Corso Italia, era in corso la discussione sul loro destino tra aziende e sindacati per l’avvio della procedura di licenziamento. L’effetto del Covid sul settore del turismo romano. 

  

Al presidio si sono recati gli assessori capitolini al Turismo e al Lavoro, Alessandro Onorato e Claudia Pratelli, e l’assessore regionale al Lavoro Claudio Di Berardino.

 
Lavoratori e sindacati hanno chiesto loro di farsi portavoce con il governo per una richiesta chiara: bloccare i licenziamenti ed estendere gli ammortizzatori in deroga almeno fino al termine dello stato di emergenza, a oggi fissato al 31 di marzo.

 
“Tanti altri alberghi – dice Di Cola – potrebbero fare come Cicerone e Sheraton, e sarebbe un disastro”. “Questi – prosegue il sindacalista – sono grandi gruppi e il mio timore è che non bastino gli ammortizzatori sociali, ma serva anche il blocco dei licenziamenti, perché temo che la scelta guardi anche oltre il Covid”.Ma se dunque i licenziamenti saranno solo posticipati che senso ha bloccarli adesso? “E’ vero – ci risponde Di Cola –, ma un conto sono dei licenziare in un momento di grave crisi che possono innescare un effetto a catena, un altro dei licenziamenti quando il mercato turistico sarà in ripresa. Non c’è però solo questo…”. Cos’altro, dunque? I sindacati hanno chiesto a comune e Regione una cosa precisa: una nuova strategia sul turismo alberghiero in città. “Perché – sostiene il sindacalista – i lavoratori devono essere tutelati: gli alberghi romani devono essere gestiti da operatori del settore, che hanno una reputazione da difendere, se finiscono in mano ai grandi fondi d’investimento è purtroppo ormai chiaro che ci sia anche un interesse minore alla tutela dei dipendenti, su questo, come sull’esternalizzazione dei servizi che hanno generato un enorme precariato, serve al più presto un ripensamento”. 

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