(Lapresse)

Roma Capoccia

Fantasma all'Opera

Gianluca De Rosa

Fuortes annuncia licenziamenti. I sindacati protestano. Ma c’è un mistero

L’accusa è sempre la stessa. Il sovrintendente del teatro dell’Opera Carlo Fuortes vuole licenziare i lavoratori. Da quando arrivò nel 2013 al Costanzi d’altronde ai sindacalisti e a una parte dei musicisti del coro e dell’orchestra non è mai piaciuto. Non si sono mai fidati. “E’ un tagliatore di teste, quando passa neppure saluta”. Dissidi ideologici e umane antipatie. La convinzione di molti è che a Fuortes del teatro “interessino solo le mura, poi ci porta Baglioni”. Questa volta l’accusa è quella di voler ridurre la pianta organica: 109 lavoratori in meno tra amministrazione, maestranze e reparti artistici. Una riduzione che, se fosse vero, sarebbe in effetti importante: circa un sesto se si considera che attualmente i dipendenti del teatro sono 631. La politica da destra a sinistra è partita alla carica appellandosi alla sindaca. “Raggi blocchi immediatamente i licenziamenti”, ha chiesto il consigliere di Sinistra per Roma Stefano Fassina, mentre Pd e Fratelli d’Italia hanno presentato entrambi un’interrogazione urgente alla prima cittadina.

 

Il capogruppo di Fd’I Andrea De Priamo, da sempre critico con l’attuale gestione del Costanzi, ha attaccato: “I sette anni di gestione Fuortes del Teatro dell’Opera di Roma sono stati contraddistinti da scarsa trasparenza sui bilanci come sulla gestione, fino all’illegittimo licenziamento nel 2014 di coro e orchestra”. Un’altra storia raccontata in modo molto diverso dalle parti interessante. Anche questa vicenda, comunque, non è chiarissima. La consigliera del Pd Giulia Tempesta ha chiesto la convocazione rapida di una seduta della commissione capitolina Cultura. Quel che è già certo è che l’ipotesi licenziamenti sembra, almeno per il momento (c’è il blocco del governo), fantasiosa, ma c’è di più. La nuova presunta pianta organica prevederebbe una riduzione già avvenuta nei fatti negli anni passati. Dal 2014 infatti molti dipendenti sono andati in pensione senza che qualcuno prendesse il loro posto. “Ci sono persino delle prime parti che non sono state sostituite!”, hanno accusato in passato alcuni sindacalisti. Proprio per questo oggi temono la beffa. “Fuortes taglia dicendo di non farlo perché nella sostanza il misfatto è già avvenuto”. (gdr)

 

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