Covid, tenda per test rapidi in Piazza Santa Maria in Trastevere (LaPresse) 

Roma Capoccia

I numeri del Covid

Gianluca De Rosa

Ieri meno tamponi (-2.095) e più positivi (+122). Non un gran giorno. Ma l’epidemia nel Lazio è stabile

    Ieri non è stato un gran giorno: diminuiti i tamponi (-2.095), aumentati i casi positivi (+122), così come i ricoveri (+ 41). Eppure, il dato passa inosservato. Al di là dello sbalzo, infatti, la situazione Covid-19 in Lazio, rimasta sempre zona gialla, rimane stabile, critica ma sicura. Da alcuni giorni i numeri dei ricoverati e delle terapie intensive hanno smesso di crescere, oscillando su e in giù intorno a certi valori, ma senza mai salire.

      

    Anche l’indice r con t è stabile sotto 1, mentre il rapporto tra tamponi e nuovi casi positivi scende, e adesso è sotto al 7 per cento (due giorni fa era addirittura sotto il 6). Qualche giorno fa in una conferenza stampa, il governatore Nicola Zingaretti e l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato hanno snocciolato i numeri. “Non abbassare la guardia”, il monito. “Siamo stati bravi”, l’evidente non detto. Le criticità non sono mancate, ma, nel complesso, il sistema Lazio regge e si pianifica già la fase successiva, con l’acquisto di frigoriferi da –75 gradi che serviranno allo stoccaggio dei vaccini (quello della Pfizer richiede temperature bassissime) e il servizio di teleassistenza.

     

    Un’ultima soddisfazione arriva dalle farmacie, oltre il 50 per cento ha aderito alla possibilità di fare i tamponi, e in meno di una settimana sono stati effettuati oltre 18mila test rapidi. Intanto, all’Istituto Spallanzani si lavora alacremente a una nuova arma: il test differenziale. L’esame servirà a distinguere chi ha contratto il Covid da chi invece ha una normale influenza. Dicembre e Gennaio sono i mesi più freddi e critici da questo punto di vista. E le vaccinazione anti-influenzali sono forse in questo momento il più grande punto debole del “modello Lazio”.

      

    Già in primavera Zingaretti e D’Amato avevano pensato a una grande campagna di vaccinazione: avrebbero persino voluto rendere obbligatori gli antinfluenzali per gli over 65, ma anche senza obbligo non tutti sono stati vaccinati. Solo un milione di cittadini laziali (su cinque milioni di residenti) hanno ricevuto la dose. Si puntava a vaccinarne 2,4 milioni, ma le dosi non sono arrivate e per questo la Regione ha diffidato l’azienda Sanofi che nei mesi scorsi aveva vinto la gara per la fornitura dei vaccini. Intanto nei prossimi giorni nei drive-in regionali per sostenere medici, infermieri e personale di esercito italiano e protezione civile che al freddo continuano a effettuare i tamponi molecolari, arriveranno le star box, scatole culinarie preparate dai ragazzi dell’Istituto alberghiero Tor Carbone con le ricette e il supporto di quattro chef stellati, Cristina Bowerman, Iside De Cesare, Roy Caceres e Giuseppe Di Iorio.