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Roma Capoccia

La monnezza infinita di Roma

Gianluca De Rosa

Delle 32 isole ecologiche promesse nel 2015 Raggi ne ha realizzate zero. Ennesima delibera in arrivo 

In quasi cinque anni di governo Raggi a Roma – in un continuo e sfiancate rimpallo di responsabilità con la Regione Lazio – non è stato realizzato neanche un impianto per lo smaltimento dei rifiuti, neppure un piccolo tassello per risolvere una volta per tutte il problema monnezza. Ma questa è storia nota. Purtroppo però non è l’unico esempio tangibile dell’immobilismo grillino sul dossier rifiuti. In questi anni non è stato neanche risolto un altro grande problema: quello della logistica della raccolta. Delle 32 isole ecologiche – i centri dove portare ingombranti, rifiuti elettronici ed olii esausti – previste già da una delibera del 2015 (confermata dai 5stelle) non ne è stata realizzata neanche una. Stessa sorte delle Ama di Municipio, i centri operativi territoriali, rimasti al pari della differenziata porta a porta una promessa utopica della prima dirigenza Ama dell’era Raggi, quella  guidata dal manager emiliano Lorenzo Bagnacani. Adesso però la neo-assessore all’Ambiente Katia Ziantoni vuole provare con una delibera a dare una svolta alla situazione. Andiamo con ordine.

 

I centri di raccolta dovevano essere uno dei punti di forza per il miglioramento della raccolta dei rifiuti già da Marino e poi con il commissario Paolo Tronca che nel 2015 individuò con una delibera le 32 aree. Attualmente infatti le isole ecologiche sono solo 14 in tutta la città, una ogni 200mila abitanti. Delle aree indicate da Tronca però solo sette sono state considerate idonee da municipi e dipartimento Urbanistica. Dopo cinque anni, ancora nessuna di queste sette è stata realizzata: per quattro aree sono state sottoscritti i comodati d’uso gratuito in favore di Ama e avviati i procedimenti propedeutici alla realizzazione, altre tre, invece, attendo ancora che termini la conferenza dei servizi.

 

E se mancano i centri dove portare rifiuti ingombranti, come televisori o materassi, il ritiro a domicilio rimane un’opzione impraticabile, a meno che non si desideri buttare invano più di un’ora ad ascoltare Vivaldi in versione “Attenda in linea”. A rallentare la realizzazione delle isole ecologiche pensate dall’allora commissario Tronca sono stati in particolare i problemi urbanistici. Per questo nel 2018 è stato creato un tavolo al dipartimento Ambiente anche con i tecnici dell’Urbanistica e della direzione generale capitolina. Le nuove aree sono state individuate solo su terreni pubblici, con destinazione urbanistica di servizi pubblici di livello o urbano o locale, la tipologia urbanistica corretta per realizzare queste strutture. Su questi due presupposti sono state individuate 37 aree sulle quali queste stati interpellati i municipi che ne hanno bocciate alcune e proposte altre. Alla fine si è giunti a questo elenco di 19 aree che sono state inserite nella nuova delibera. Ziantoni e il presidente della commissione Daniele Diaco sperano di portarla al più presto in Aula, ma già ieri è stato rinviato il voto in commissione.

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