Charlie Chaplin in una scena di The Gold Rush (1925)

Il Campidoglio manda sul lastrico gli artisti teatrali in pensione

Redazione

Sono tante le priorità del Comune di Roma: i rifiuti, le buche, i nasoni… Gli attori anziani e indigenti evidentemente non lo sono. Anzi. Paradossalmente il Campidoglio sottrae loro risorse importanti: i ricavi derivanti dalla gestione del parcheggio di Largo Micara, di proprietà della Fondazione Nicolò Piccolomini. Si tratta di un Ente di beneficenza che da sempre aiuta economicamente gli artisti teatrali in difficoltà: circa 900.000,00 euro distribuiti a centinaia di persone in tutta Italia dal 2009 al 2016. Ma ora non ce la fa più perché non ha alcun contributo pubblico e vive solo grazie agli affitti degli immobili lasciati in eredità dal conte-attore Nicolò Piccolomini proprio con questa finalità benefica. “Nessuno paga, abbiamo molti crediti – dice la presidente della Fondazione, Benedetta Buccellato –. Soprattutto – aggiunge – ne abbiamo uno grosso con il Campidoglio che, come ha stabilito in una sentenza del 2015 il Tribunale capitolino, occupa abusivamente l’area di Largo Micara”. Sì, abusivamente. E senza versare alcuna somma. Fino a quattro anni fa annualmente corrispondeva una cifra simbolica stabilita nel 1983 in attesa di un esproprio che non c’è mai stato. Oggi nemmeno un centesimo. Nonostante gli oltre 30.000,00 euro al giorno che può arrivare a incassare da quella struttura a due passi da San Pietro, dove trovano posto fino a 94 auto e 52 pullman turistici (nel primo caso la tariffa oraria è di un euro, nel secondo è di circa 150).

  

Che fare? La Fondazione chiede al Comune di sedersi a un tavolo per stabilire un affitto congruo oppure di restituire l’area in modo che possa essere riaffittata al miglior offerente attraverso un bando pubblico. Gli artisti, stremati e affamati non solo di giustizia, hanno deciso di battersi. Prima mossa il lancio della campagna #GIUDALPALCO per informare opinione pubblica e colleghi. Anche quelli più agiati. “Occupatevi della vicenda anche voi che guadagnate molto”, dice l’attrice Silvia Luzzi. “La gente – aggiunge – deve sapere che per ogni attore famoso ce ne sono altri mille che non hanno avuto la stessa fortuna, ma che hanno diritto di vivere dignitosamente la loro vecchiaia”. All’orizzonte ci sono azioni eclatanti, annuncia Raffaella Panichi: “Non posso sopravvivere con 490 euro al mese. E quindi adesso ho deciso non solo di scendere dal palco, ma di incatenarmi perché finalmente si risolva questa situazione”. In prima linea nella protesta c’è anche Antonello Fassari. “E’ paradossale – sottolinea l’attore – doverci difendere da un’istituzione”. E l’istituzione che dice? Nulla. Da anni. Valentina Vivarelli, la presidente della Commissione Patrimonio del Comune, l’organismo deputato a gestire il dossier, ripete stancamente che si è alla ricerca di una soluzione. Peccato, però, che l’ultima riunione del 9 giugno scorso fosse praticamente deserta. Un quadro desolante: mentre Roma Capitale continua a incassare, gli artisti diventano sempre più anziani e sempre più indigenti. “Non è ammissibile ciò che sta accadendo”, ripete l’attore Alfonso Veneroso. Difficile dargli torto.

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