Dare buca
“Delusione? Mi sembra che ‘delusione’ sia una parola eccessiva. Pensiamo alla vita che fa il Papa e da dove può basare una scelta del genere”. Alla conferenza stampa convocata per presentare il Giubileo in terra ambrosiana (domenica aprirà la Porta santa del duomo, in totale ci saranno nove Porte della misericordia in diocesi) l’arcivescovo cardinale Angelo Scola ha dovuto comunicare – in contemporanea al sostituto segretario di stato monsignor Angelo Becciu da Roma – che Francesco, causa dei molti impegni per il Giubileo, ha deciso di annullare la visita pastorale a Milano già ufficialmente annunciata per il 7 maggio 2016. Arriverà nel 2017, a Dio piacendo. Non è deluso, Scola, “come anche i miei sacerdoti”, anche perché è un rinvio “ben motivato” che consentirà di prepararsi meglio, con più calma, all’arrivo posticipato del Papa. Ai giornalisti Scola, che mediaticamente non è nato ieri, ha suggerito: “Non fate come al solito, non arzigogolate”. Senza voler arzigogolare, ma per doveroso riepilogo di cronaca, c’è però da segnalare che è la terza volta che un appuntamento tra Bergoglio e il cardinale salta. Capitò quando l’arcivescovo, con Beppe Sala, doveva incontrarlo a Roma per invitarlo all’Expo, ma il Papa era troppo stanco dopo l’udienza in piazza San Pietro; capitò nel giugno dello scorso anno quando Francesco annullò “per una improvvisa indisposizione” una visita al Gemelli di Roma, nella speciale celebrazione dei cinquant’anni dell’ospedale dell’Università cattolica. Delusione no, ma forse, invece che leoni e panda come sulla facciata di San Pietro, sulla facciata del duomo dovrebbero proiettare dei gufi.
Rischia di andare buca anche un’altra cruciale scadenza, quella degli ex scali Fs. L’accordo tra il comune e le Ferrovie dello stato per la riqualificazione degli scali ferroviari dismessi (sette aree: Greco-Breda, Lambrate, Rogoredo, Porta Genova, San Cristoforo, Scalo Farini e Scalo Romana) è uno snodo cruciale per il futuro sviluppo urbanistico della Grande Milano: trattasi di un milione e 250 mila metri quadrati, più del sito dell’Expo e tutti in zone strategiche, pronti a cambiare fisionomia e uso, dei quali 500 mila destinati a verde. Con il post Expo, è la partita urbanistica più importante della città nei prossimi anni, e ci hanno scommesso in tanti. La faccenda va avanti dal 2005, il progetto prevede, a parte la costituzione di nuovi parchi e vie ciclopedonali (un must della giunta arancione) la costruzione di nuovi alloggi di edilizia sociale e un’integrazione tra le stazioni ferroviarie attive. La società Sistemi urbani Fs dovrebbe investire 130 milioni. Il progetto è uno dei fiori all’occhiello della sindacatura Pisapia e porta la firma nobile di Ada Lucia De Cesaris, l’avvocato ambientalista ex assessore all’Urbanistica dimessasi in estate, per contrasti politici con l’ala sinistra della coalizione. E un pezzo di quell’ala sinistra, mercoledì, ha votato con l’opposizione e ha bocciato la delibera che ratifica l’accordo. Con i Cinque stelle e il radicale Marco Cappato hanno votato contro il socialista Roberto Biscardini e due big della lista Sinistra per Pisapia, Anita Sonego e Basilio Rizzo. Baruffe da pre-campagna elettorale. A Palazzo Marino sono preoccupati: la finestra per firmare l’accordo scade il 17 dicembre, poi tutto da buttare. Ma si può rivotare, e 23 voti contrari contro 21 a favore non sono poi tanti da ribaltare. Soprattutto in pre-campagna elettorale.


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