Giovanni Testori (foto Getty Images)

pulci di notte

Su Testori qualcuno straparla: o è Agosti o è Gnoli

Morti precoci, paesi artici e gogne nelle notti insonni di Lorenzetto a far le pulci ai giornali

  • Straparlando. “Visconti utilizzò i romanzi di Testori, nel cinema con Rocco e i suoi fratelli e a teatro con L’Adalgisa”, fa dire Antonio Gnoli allo storico dell’arte Giovanni Agosti, dialogando con lui nell’imperdibile serie d’interviste Straparlando che esce su Robinson, settimanale culturale della Repubblica. In questo caso, però, non si capisce chi dei due stia straparlando, se Agosti mentre narra o Gnoli mentre riferisce. L’Adalgisa è una raccolta di racconti scritti da Carlo Emilio Gadda. Testori firmò invece L’Arialda, una tragedia popolare che, quando fu messa in scena, ebbe guai infiniti con la censura. L’assonanza deve aver tratto in inganno Gnoli o entrambi. [23 novembre 2025]

 

  • Soggetto. Titolone di prima pagina su Domani: “Kiev, l’Occidente incalza Trump / ‘Il mio piano? Non è definitivo’”. Chi avrà pronunciato la frase virgolettata? L’Occidente, unico soggetto del titolo? Kiev? No, Trump. Bravo chi l’indovina. [23 novembre 2025]

 

  • Thatcher. “Nel 2007, a soli 27 anni, Lorna May Wadsworth era una giovane artista cui fu concesso il privilegio di ritrarre dal vivo Margaret Thatcher, ormai 82enne, nella sua casa di Chester Square: fra la pittrice e l’anziana statista si stabilì un rapporto che permise di svelare il lato umano e fragile di una persona che aveva dominato la fine del Ventesimo secolo ma che viveva ormai reclusa, già affetta da demenza (e che sarebbe morta l’anno successivo)”, spiega Luigi Ippolito, corrispondente da Londra del Corriere della Sera. Quindi, se il ritratto dal vivo fu eseguito nel 2007, l’ex premier britannica sarebbe morta nel 2008, secondo Ippolito. Non è così: Thatcher passò a miglior vita cinque anni più tardi, nel 2013. [15 ottobre 2025]

 

  • Futuro. Nell’editoriale di prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, parla di “quell’enorme debito che grava sulla testa di ogni italiano, comprese le generazioni future, quelle ancora non venute al mondo”. Definizione di futuro: “Che deve ancora avvenire”. Esistono anche generazioni future già venute al mondo? [30 ottobre 2025]

 

  • Retromarcia. Tommaso Ciriaco e Concetto Vecchio sulla Repubblica: “È a questo punto, quando su Roma è appena sceso il buio, che l’esecutivo innesca la retromarcia”. Nessuno dei due sembra sapere che si innesca l’amo, si innesca una bomba, si innesca una reazione catena, ma una retromarcia si può soltanto innestare, come da locuzione presente nello Zingarelli 2026: “Innestare la marcia, azionare il cambio di velocità”. [20 novembre 2025]

 

  • Polare. Per corredare il servizio di Fabio Riva, inviato al seguito della Nazionale a Bodø in Norvegia, La Stampa mette questo titolino a una didascalia: “Trecento chilometri a Nord del Circolo polare artico”. In realtà, Bodø si trova a 85 chilometri in linea d’aria (148 chilometri in auto) dal centro del Circolo polare artico. [25 novembre 2025]

 

  • Attualità. Titoli di apertura sulla prima pagina di Avvenire, dalla domenica al venerdì: “Tutele ai caregiver”; “Creare comunità”; “Punto di ripartenza”; “Un mondo da adulti”; “Cammino insieme”. Quando si dice stretta attualità. [15, 16, 18, 19, 20 novembre 2025]

 

  • Mattina. Annalia Venezia nella rubrica Faccio cose, vedo gente su Panorama: “C’era la fila delle grandi occasioni l’altra mattina da Pop Mart, in corso Buenos Aires a Milano”. Dato che Venezia scrive su un settimanale, attendiamo di conoscere in quale delle sette mattine c’era la fila. [5 novembre 2025]

 

  • Solo. Incipit di Gaia Piccardi sul Corriere della Sera, dedicato a Jannik Sinner: “È arrivato ieri sera da Montecarlo, in auto. In anticipo. Guidando da solo, come piace a lui”. Confessiamo che anche noi, pur non giocando a tennis, preferiamo guidare da soli. In coppia come faremmo? Uno accelera, l’altro frena? [4 novembre 2025]

 

  • Coniugazione. Incipit di Francesca Caferri sulla Repubblica: “Cambiare tutto perché nulla cambi. Ci sono poche aree di mondo a cui il detto reso famoso dal Tomasi da Lampedusa nel Gattopardo si applicano con tanta precisione come il Medio Oriente”. Complimenti per la concordanza. Poiché il soggetto è singolare (“il detto”), il verbo applicare avrebbe dovuto essere coniugato alla terza persona singolare (“si applica”). Più avanti: “Parole che spiegano l’ostilità con cui Israele guarda al ruolo di Qatar e Turchia: se con l’Emirato i rapporti sono tesissimi da anni – una realtà che le scuse per l’attacco del 9 settembre imposte da Trump a Netanyahu – con Ankara la tensione è più che mai in rapidissima ascesa”. E qui Caferri ha del tutto omesso il verbo nell’inciso. Forse per non sbagliare di nuovo la coniugazione. Dopo aver sbagliato anche il nome dell’autore del Gattopardo, che è Tomasi di Lampedusa, non «da Lampedusa». [27 ottobre 2025]

 

  • Luogocomunismo. Ennesimo esempio del conflitto permanente con le virgole nell’editoriale di prima del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: “Prodi infatti, non ha soltanto fatto a pezzi il luogo comunismo dei compagni”. Il segno grafico della pausa più breve, posto dopo “infatti”, separa il soggetto (“Prodi”) dal predicato verbale (“non ha”). E in italiano si scrive “luogocomunismo”, una sola parola. [29 ottobre 2025]

 

  • Gogna. Sul Giornale, Hoara Borselli intervista Simone Uggetti, ex sindaco pd di Lodi, che nel 2016 fu arrestato con l’accusa “di avere favorito una società (in gran parte del Comune) nell’assegnazione della gestione di due piscine comunali”, e gli fa dire: “Io mi sono preso la gogna sulle prime pagine dei giornali perché ero in carcere”. La gogna era il collare di ferro che veniva stretto attorno alla gola dei condannati alla berlina, ma oggidì, in senso figurato, si viene messi alla gogna, si finisce alla gogna, non si prende la gogna. [19 ottobre 2025]

 

  • Tempi. Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi, sul Corriere della Sera: “Édouard Philippe è stato il primo a candidarsi alle prossime presidenziali ‘in qualsiasi momento si terranno’, diceva già due estati fa, quando Macron ha sciolto l’assemblea e Philippe sentenziò subito che ‘il macronismo è morto’”. La sagra dei tempi verbali. (Con dire all’imperfetto, non si comprende perché sentenziare, azione contemporanea o immediatamente successiva a quella espressa dal verbo sciogliere al passato prossimo, debba essere coniugato al passato remoto. La discordanza fra imperfetto, passato prossimo e passato remoto genera un’incongruenza temporale). [8 ottobre 2025]

 

  • Caffè. Incipit di Gustavo Bialetti nella rubrica Caffè corretto sulla Verità: “A volte non si sa se faccia più danni l’abuso dell’intelligenza artificiale, o la cara, vecchia, cialtroneria, digitale e non”. Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no, quindi Bialetti avrebbe dovuto scrivere: “Digitale e no”. Urge correzione supplementare nel Caffè. [7 ottobre 2025]