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pulci di notte
Veronica Gentili dà i voti alla casta e perde la faccia
Tra dati sballati e nomi storpiati, le notti insonni di Lorenzetto a far le pulci ai giornali
- Voti. Veronica Gentili nella rubrica Facce di casta sul Fatto Quotidiano: “L’idea che si pretenda d’insegnare persino a chi è di religione o di cultura ebraica, quali siano le idee, le posture, gli atteggiamenti da tenere per essere considerati degli ebrei doc, o addirittura che li si costringa a giustificarsi di non essere dei traditori del proprio popolo semplicemente perché si permettono di esercitare il pensiero critico, non è solo ridicolo è anche profondamente irrispettoso”. Complimenti per le concordanze fra “chi” e “li si costringa”, fra “idea” e “ridicolo” e “irrispettoso”, per la virgola fra soggetto e verbo dopo “ebraica”. Proseguiamo: “Le sue affermazioni, e la scelta di esplicitare le modalità brutali di un maschile frustrato e stereotipato senza edulcorare nulla, hanno avuto il merito di aprire immediatamente un dibattito importante sul tema”. Complimenti per la virgola dopo “nulla”, che separa il soggetto dal verbo, ma anche per il misterioso “maschile” (qualunque cosa significhi) che non ha bisogno di “edulcorare nulla” per apparire “frustrato e stereotipato”, a meno che la sintassi sfuggita al controllo di Gentili non fosse la seguente: “Esplicitare le modalità brutali senza edulcorare nulla”. Infine: “Sono felici che in Italia quasi una donna su due non lavori, e che questo le rende più esposte alla violenza domestica?”. Complimenti per l’indicativo (“rende”) al posto del congiuntivo “renda” e soprattutto per il pronome le (plurale) riferito a “donna” (singolare). Nella rubrica Gentili non si perita di dare i voti alle “facce di casta” che ritrae. La imitiamo: 3 meno meno. [10 novembre 2025]
- Altezza. Sull’emendamento all’articolo 606-bis del codice penale, in materia di violenza sessuale, Gabriella Cerami sulla Repubblica fa dire a Susanna Cherchi, deputata del Movimento 5 stelle: “L’unica cosa di cui Valditara è sicuramente consapevole è di non essere all’altezza. E quando una persona sa di non essere all’altezza paradossalmente diventa anche più violento”. Tra Cerami e Cerchi è difficile capire chi sia la colpevole. O il colpevole? [14 novembre 2025]
- Chrupalla. Luca Bottura nelle prime due righe della rubrica Minimum pax che tiene sulla Stampa: “Il leader del partito neonazista tedesco, Schrupalla”. La redazione si adegua allo sfondone del freddurista e titola: “Schrupalla prigioniero”. Segnaliamo al fenomeno, e ai colleghi che lo mettono in pagina, la corretta identità del leader di Alternative für Deutschland: Tino Chrupalla. [14 novembre 2025]
- Pioggia. “Che maledica il maltempo e pure Giorgia Meloni, resterà comunque scolpita nella memoria la sua immagine in Parlamento”, osserva Maurizio Belpietro, direttore di Panorama, in un editoriale che parla di Angelo Bonelli, leader dei Verdi. Il periodo manca di coesione fra le due proposizioni. Il valore modale dell’esortazione (“che maledica”) e quello assertivo (“resterà”) appartengono a piani sintattici diversi. Bastava scrivere: “Che maledica il maltempo o Giorgia Meloni, resterà comunque scolpita nella memoria la sua immagine in Parlamento”. Nel medesimo articolo, Belpietro sostiene che la media delle piogge nel 2024 “è stata di 830,16 millimetri, con un massimo storico di 1.058,66 millimetri nel 1937”. Il dato è sbagliato e non occorreva risalire a 88 anni fa per un confronto. Secondo l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sottoposto alla vigilanza del ministro dell’Ambiente, “nel 2024 il valore delle precipitazioni totali annue in Italia è stato di 1.055,5 millimetri”, non di 830,16. [8 ottobre 2025]
- Epanalessi. Gaia Piccardi sul Corriere della Sera: “‘C’è tanta Italia, qui in Italia’ dice Sinner con inedita allitterazione”. Talmente inedita che non è un’allitterazione (figura retorica consistente nella ripetizione del medesimo suono all’inizio o all’interno di più parole contigue) bensì un’epanalessi (figura retorica consistente nella ripetizione di una o più parole all’inizio, alla fine o all’interno di un enunciato; per esempio “chi sa dove, chi sa dove!” nella poesia La pioggia nel pineto di Gabriele D’Annunzio). [11 novembre 2025]
- Nuovo. Titolo dal sito del Giorno: “Gian Mario Taricco, il trapiantato più longevo d’Italia: ‘Io, con cuore nuovo da 40 anni. Vi racconto le mie tre vite’”. Gli avranno trapiantato quello di Dorian Gray? [11 novembre 2025]
- Sentori. Cavallito & Lamacchia (Stefano Cavallito e Alessandro Lamacchia) recensiscono sulla Repubblica, in cronaca di Torino, il Contesto Alimentare, locale di via Accademia Albertina, segnalando “una focaccia che nasconde una carne cruda di rara precisione” e il “sapore indisciplinato della bottarga”. Ci ricorda un giudizio del compianto Luigi Veronelli, che dello Champagne Krug 1976 scrisse: “Netto e malizioso, e conturbante, sentore di sperma”. [3 ottobre 2025]
- Chiarezza. Conclusione del servizio di Marta Serafini, inviata del Corriere della Sera a Odessa: “Al centro di inchieste per corruzione e considerato filo russo oltre che in possesso di passaporto rilasciato da Mosca il primo, condannato in Ucraina per 12 di carcere per violazione dell’integrità territoriale il secondo mentre il terzo ha apertamente sostenuto Putin, definendolo un ‘grande leader’ e appoggiando l’aggressione russa contro l’Ucraina”. Tutto chiaro. [15 ottobre 2025]
- Accento. Tra i sette errori in quattro righe disseminati dalla Stampa nella traduzione di un’intervista con Jorge Luis Borges, ripubblicata per i 50 anni di Tuttolibri, Stefano Lorenzetto in questa rubrica include anche “dio (invece di dió)”. Per un punto Martin perse la cappa. Il passato remoto della terza persona singolare del verbo spagnolo dar (dare) è in effetti privo di accento. [14 novembre 2025]