
Correttori di bozze al lavoro un sabato pomeriggio negli uffici del News of The World, aprile 1953 (Bert Hardy/Picture Post/Hulton Archive/Getty Images)
pulci di notte
Cronache di povere virgole al posto sbagliato
Quando si esagera con i bilioni, le rapine, il viaggiare. Le notti insonni di Lorenzetto a far le pulci ai giornali
Stefano Lorenzetto comincia oggi la sua collaborazione al Foglio, con la rubrica “Pulci di notte” sugli errori dei giornalisti, nella quale a partire dal 2020 si è autocitato 45 volte.
• Patriarchi. Imperdonabile sfondone nel lunghissimo editoriale del numero di Limes dedicato al “rebus di papa Leone”, non firmato e dunque attribuibile al direttore Lucio Caracciolo. Evidentemente a disagio con la storia del cristianesimo, l’estensore del testo nomina i “venerabili patriarcati originari di Antiochia, Alessandria, Efeso, Corinto e Tessalonica”. Ma le ultime tre città non sono sedi patriarcali, perché nella Chiesa antica, a partire però dal IV secolo, le sedi episcopali rette da un metropolita detto patriarca sono, oltre a Roma, Antiochia e Alessandria, quelle di Gerusalemme e di Costantinopoli. Solo tra il VI e il IX secolo i vescovi di Tessalonica, come diversi altri in Oriente e in Occidente, assunsero il titolo di patriarchi, ma i patriarcati universalmente riconosciuti al punto da rientrare in una “pentarchia”, teorizzata nell’XI secolo, sono appunto i cinque principali sopra elencati. [14 giugno 2025]
• Ciliegie. Marco Gasperetti sul Corriere della Sera dà notizia del secondo “no” arrivato dal Consiglio comunale di Livorno (dove il Pd è in maggioranza) all’intitolazione di una strada a Oriana Fallaci, osservando: “E poco importa se la giornalista e scrittrice aveva antenati livornesi e amava il porto toscano al quale aveva dedicato alcune pagine di ‘Un cappello pieno di ciliegie’, romanzo incompiuto pubblicato postumo nel 2008”. Ma nel titolo si legge “ciliege”, senza la i, perché Fallaci, nata nel 1929, riteneva che questa grafia arcaica evocasse l’atmosfera storica del romanzo, ambientato tra il XVIII e il XIX secolo. [28 giugno 2025]
• Sintassi. Dall’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: “Ma anche a Conte, il quale sperava di cavalcare l’opposizione al piano di riarmo e le proteste pro Palestina, ma la perdita dell’1,3% in un solo mese non sembra dar ragione alla forte virata a sinistra”. Sintassi cercasi. Nello stesso articolo: “A quanto pare non premia”. Periodo successivo: “A quanto pare cominciano a stancare”. Così è (se vi pare). Non manca la consueta prova del conflitto permanente di Belpietro con le virgole: “Tuttavia, l’attivismo della segretaria con tre passaporti e dei suoi compagni, invece di portare consensi li sta facendo perdere”, con il segno di punteggiatura dopo “compagni” che separa il soggetto (“l’attivismo”) dal verbo (“sta facendo perdere”). [29 giugno 2025]
• Olofrastico. Sommario dal Giornale: “In Cdm il decreto flussi per il triennio 2026-2028: ok a 164.800 nuovi arrivi l’anno tra lavoratori stagionali e non, colf e badanti”. L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no. Infatti Elio Vittorini intitolò Uomini e no il suo romanzo. Quindi, nel caso specifico, bisognava scrivere “lavoratori stagionali e no”. [30 giugno 2025]
• Sfondato. Sommario di Libero sulle fatiche editoriali del premier Meloni: “I due libri di Giorgia hanno sfondato i 300mila acquirenti”. Cioè hanno rotto il fondo a 300.000 lettori? [1° luglio 2025]
• Viaggiare. Dalla rubrica Domenica con che lo scrittore Alain Elkann tiene sul settimanale Specchio della Stampa. Titolo: “‘Viaggiare e comprendere gli altri è una delle poche cose al mondo che possono salvarci’”. Incipit: “David Prior è uno scrittore di viaggi, che ha fondato Prior, una società di viaggi e media che propone viaggi immersivi e su misura”. Sì, viaggiare. [29 giugno 2025]
• Virgola. Veronica Gentili nella rubrica Facce di casta sul Fatto Quotidiano: “Brava Matilda! In una bella intervista a Federico Pontiggia qui sul Fatto, Matilda De Angelis (nella foto), ha manifestato la sua perplessità sulla scelta fatta dai Nastri d’Argento di premiarla come miglior attrice non protagonista assieme ad Elodie”. Complimenti per la virgola dopo “(nella foto)” che separa il soggetto dal verbo. [23 giugno 2025]
• Rapinare. Titolo dal sito della Repubblica: “Rapinarono 36mila euro durante una perquisizione, arrestati tre poliziotti”. Nel giornale fondato da Eugenio Scalfari hanno smarrito la differenza fra i verbi rapinare e rubare. Leggendo il servizio di Andrea Ossino, si apprende infatti che i tre agenti infedeli hanno bussato alla porta di un appartamento “con il pretesto di effettuare una perquisizione” e, una volta entrati, “hanno chiesto ai due proprietari di rimanere nel soggiorno. Mentre uno degli agenti restava in compagnia delle vittime, gli altri due si sono recati nella camera da letto, dove hanno preso le chiavi della cassaforte, l’hanno aperta e hanno sottratto il bottino: circa 40 mila euro. Poi si sono allontanati”. Un furto, non una rapina. [23 giugno 2025]
• Bilioni. Bettina Zagnoli, “sex blogger & art lover”, racconta, sul sito del Fatto Quotidiano, il suo incontro con “l’ingegnere Koichi Matsumoto, fondatore e presidente di “Tenga”, l’azienda giapponese nata nel 2005 che ha sdoganato l’autoerotismo maschile”: “I numeri parlano: il brand ha fatturato nel 2023 più di 10 billioni (sì, con la B)”. Costava troppo scrivere “miliardi”? Peraltro, la forma corretta sarebbe bilione, essendo billione contrassegnato sui dizionari dall’obelisco (†), la croce che segnala le parole cadute in disuso, defunte. L’anglomania di Zagnoli torna ad affacciarsi poco dopo: “La mia sensazione è quella di stare davanti a un grande innovatore come Mister Biro”. Perché mai “Mister”? László Bíró, inventore della penna a sfera che da lui prese il nome, era un giornalista ungherese naturalizzato argentino. [5 giugno 2025]
• Scordati. Floriana Rullo, sul sito di Corriere Torino, informa che decine di famiglie sono state isolate dalla frana che ha colpito Cogne, “così gli automobilisti, scordati dalla forze dell’ordine, si sono messi in coda sin dalle prime ore del mattino per tentare di lasciare la Valle”. A parte il “dalla”, di solito polizia e carabinieri non scordano: al massimo scortano. [30 giugno 2025]