foto di Michele Luongo (WikiCommons)

Preghiera

Periferia e patriarcato

Camillo Langone

Mi sono imbattuto nel libro "Un italiano" di Francesco Paolo Figliuolo e Beppe Severgnini, un'intervista del secondo al primo. Nel primo capitolo "Un ragazzo meridionale di periferia" (di Potenza) persone, luoghi e storie che ho conosciuto

Aggirandomi in una casa semivuota, disabitata, da vendere, sul comodino vedo un libro: “Un italiano” di Francesco Paolo Figliuolo e Beppe Severgnini, l’intervista del giornalista al generale. E’ l’ultimo libro che ha letto mio padre. Io ero e sono anticovidista e antistatalista, e Severgnini non mi piace né come pensa né come scrive. Fa niente che Figliuolo è un parente, a suo tempo dal suo libro stetti lontano. Solo che ora lo trovo sul comodino di mio padre e proprio sotto la fotografia di mia nonna e, guarda caso, Francesco è di tutti noi quello che più le somiglia. Sento che mi tocca.

Siccome non lo leggo per polemizzare, bensì per onorare, mi limito al primo capitolo, l’unico che certamente mi riguarda: “Un ragazzo meridionale di periferia”. La periferia di Potenza. Ci sono persone che ho conosciuto o di cui ho sentito parlare (zio Ciccillo!), ma sono storie di famiglia, interessano solo a me. A pagina 28 c’è qualcosa che può interessare a tutti: “Da ragazzino, avrò avuto tredici o quattordici anni, a cena ho rifiutato quello che c’era in tavola. Mio padre ha preso il piatto, l’ha rovesciato nella spazzatura e me l’ha rimesso davanti: “Domani avrai più appetito””. Ecco cos’era il patriarcato: educazione. Se ne deduce che cos’è il post-patriarcato: fobie e disturbi dell’alimentazione.
 

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).