
G. Gasparro, San Francesco d'Assisi riceve le stimmate
Preghiera
Un capolavoro ispirato da San Francesco, ritratto come un combattente della fede
Nell'opera di Giovanni Gasparro non c'è spazio per uccellini, fraticelli, diminutivi e vezzeggiativi. C'è un uomo invecchiato, malato, ferito e solo, concentrato su Cristo che visibilmente incombe. Il quadro è esposto nella mostra alla Pilotta di Parma
San Francesco, l’eccellente pittore Giovanni Gasparro senza tanti discorsi e con un solo quadro (la sintesi dell’arte!) ha smontato l’immagine falsa che ti perseguita e depotenzia, il santino melenso che riduce la tua festa nazionale a promozione dei “valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà”. La composizione è inedita, cosa non facile visto che sono otto secoli che i pittori ti raffigurano in tutti i modi possibili.
Mai si era visto un San Francesco come crocifisso, steso sulla nuda terra con le braccia allargate, mai un Alter Christus così evidentemente tale. Un’immagine dura: niente uccellini, niente Poverello, niente fraticelli, niente diminutivi e niente vezzeggiativi. Gasparro ha dipinto un uomo precocemente invecchiato, malato, ferito, solo, e sporco come poteva essere sporco un medievale. Un combattente della fede, per nulla pacificato, concentrato non sugli altri né tantomeno sull’ecosistema ma su Cristo che incombe invisibilmente. Ho un modesto merito anch’io, avendo esposto il quadro nella mostra da me curata alla Pilotta di Parma (“Bella figura. Pittura italiana d’oggi”), ma più di me ha merito Gasparro e più di Gasparro hai merito tu, San Francesco, che dopo otto secoli ancora ispiri capolavori.