
Ritratto di Baudelaire (Olycom)
Preghiera
Sul pregio di essere irremovibili
Non su tutto, ma sul sacro sì. Non accetto che le chiese vengano adibite a usi profani, né visito mostre allestite in chiese sconsacrate. "La sensibilità di ognuno è il suo genio" diceva Baudelaire, e la mia sensibilità è l'irriducibilità
Sant’Agostino, San Tommaso, San Bernardino, Santi del male minore, sono forse troppo intransigente? In molti ambiti sono transigentissimo, assai indulgente verso me stesso e a volte perfino verso gli altri, ma sul rispetto del sacro sono irremovibile. Ad esempio non accetto che le chiese vengano adibite a usi profani. Occupandomi anche di arte è un piccolo problema il divieto interiore di visitare mostre allestite in chiese sconsacrate. Mi dicono che se non fossero trasformate in musei molte di queste rischierebbero di diventare moschee. Vero, pur tuttavia è un caso di male minore che mi rattrista troppo.
Non vado nemmeno alle mostre organizzate dalla critica Roberta Tosi in una ex chiesa di Soave che fra l’altro è paese pittoresco, puro Veneto Felice. Sebbene Roberta non proponga opere nichiliste o blasfeme (tanto per cominciare niente Cattelan) e cerchi di convincermi così: “Sono cose belle che elevano l’anima. Sennò certi luoghi resterebbero chiusi e morti, così tornano alla vita e diventano lode”. La ragione è dalla sua parte. La sensibilità è dalla mia. Secondo Baudelaire, non meno cattolico di me e di lei, “la sensibilità di ognuno è il suo genio”. Se non fossi irriducibile non sarei più io... Sant’Agostino, San Tommaso, San Bernardino, dovrei invece arrendermi? Uniformarmi? Non chiedetemi tanto.