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Preghiera
Chiamare qualcuno per titolo è una banalizzazione
Peggio: è una negazione della vocazione, dell'indipendenza, della personalità dell'individuo cui ci si sta riferendo. E' spiegato perfettamente nel piccolo, ma denso, volume di Marco Lanterna "La bilancia inquieta", in cui si legge: "Il genio è sempre autodidattico"
“Il genio è sempre autodidattico”. Ecco un aforisma anzi un pezzo di aforisma, tratto da “La bilancia inquieta” di Marco Lanterna (La scuola di Pitagora), che mi ha precisato perché reagisco male quando mi chiamano Dottore o Professore. Di non essere un genio ho il terribile sospetto ma chiamandomi per titolo e non per nome o cognome mi si nega anche la vocazione, mi si nega lo studio indipendente, mi si nega la personalità, e questo non lo posso accettare.
Mi altero perfino conto terzi: l’altro giorno ho perso la pazienza con un pittore, abbastanza ovviamente autore di quadri inutili, che continuava a dire “Professor Sgarbi”. Un po’ me ne sono pentito ma nessuno può banalizzare Sgarbi in mia presenza. Lanterna in questo libro piccolo (95 pagine) e però molto denso, magari anche troppo, presenta i suoi aforismi e i suoi microsaggi sugli aforisti ossia sui moralisti classici, sugli scrittori morali, sugli indagatori dell’eterna natura umana, e in poche righe mi fa capire meglio Machiavelli (era un uomo) e mi fa capire meglio Platone (era un professore).