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Preghiera

Ristoratori musicalmente scemi

Camillo Langone

Mi è capitato in ristoranti di Reggio, di Roma, di Salsomaggiore Terme: la brutta musica è immondizia nelle orecchie. Soprattutto quando si mangia. Se non la sapete scegliere fatelo fare all'intelligenza artificiale, oppure spegnete tutto

In un ristorante reggiano mi sono seduto e mi sono subito alzato: il tavolo era il peggiore della sala, pazienza, le luci erano cimiteriali, amen, sul menù compariva il bis di tortelli, chiudiamo un occhio, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la radio, appena l’ho sentita ho detto “Andiamo” e al ristoratore esterrefatto non ho dato spiegazioni perché se ascolta la radio è sordo alla bellezza.

In un ristorante romano non mi sono alzato subito come avrei voluto perché cenavo con un ministro e un sottosegretario, la cattiva musica eruttata da cattive casse dava fastidio a mezzo governo ma non c’è stato verso, quando al cameriere abbiamo chiesto di abbassare ha fatto finta, sembrava quasi che per dispetto l’avesse alzata, sarà stato di sinistra.

In un ristorante di Salsomaggiore Terme il pranzo mi è stato rovinato dal modernariato musicale, Loredana Bertè, Gianni Togni e addirittura Marco Masini che strillava “Vaffanculo”. Non ci potevo credere: diffondere “Vaffanculo” in un ristorante? Volevo dirlo io al proprietario ma finiva male. La brutta musica è immondizia nelle orecchie, è una mosca nel brodo. Preghiera ai ristoratori: se siete musicalmente scemi fate scegliere la colonna sonora del locale all’intelligenza artificiale. Oppure, ancor meglio, spegnete tutto, fate silenzio, lasciateci mangiare in pace.
 

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).