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Perché occorre liberalizzare la caccia ai gabbiani

Camillo Langone

Il ministro Lollobrigida si è detto disponibile ad accogliere suggerimenti per modificare la bozza di decreto sulla caccia, nel solco della biodiversità. Eccone uno: difendere rondini, passeri e pettirossi

Così come credo nell’arte per l’arte credo nella caccia per la caccia: è una diminuzione assegnare finalità materiali a esercizi tanto spirituali, così intimamente connessi alla divinoumanità. E però se per salvare la caccia occorre definirla, come si legge nella bozza del ddl Lollobrigida, “utile alla biodiversità”, lo si faccia.

Il decreto legge vorrebbe ridurre il numero di cinghiali e in effetti il suino selvatico è il principale pericolo per la biodiversità collinare e montana: stermina i ricci e tutti gli uccelli che nidificano a terra, allodole, quaglie, beccacce… Di fronte alle proteste dei nemici delle allodole (Legambiente, Lipu, Wwf, Cinque Stelle, Pd, Il Fatto Quotidiano) il ministro Lollobrigida si è mostrato disponibile ad accogliere suggerimenti. Ecco il mio: si liberalizzi la caccia ai gabbiani. Urge ridurre il numero oggi spropositato di questi uccellacci e in particolare del ferocissimo gabbiano reale che è il maggior pericolo per la biodiversità urbana (Roma in primis): fa strage di rondini e passeri, pettirossi e cinciallegre ossia degli uccelli più piccoli, più poetici e indifesi. I nemici delle rondini (sempre quelli, Legambiente, Lipu, Wwf, Cinque Stelle, Pd, Il Fatto Quotidiano) avranno da ridire, ma la biodiversità prima di tutto.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).