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Preghiera
"Salvare il salvabile e farsi salvare dal salvato", una definizione di conservatorismo
Me l'ha stimolata Ciriaco Pizzecolli, che fu un ispiratore di architetti, o meglio l'inventore dell'archeologia. Si impegnò nell'annotazione di monumenti e rovine in pericolo di distruzione, perché percepiva gli artefici e gli edifici del passato come vivi
“Per tutta la vita, nelle pause durante i suoi viaggi in Morea, a Costantinopoli, ad Alessandria d’Egitto e oltre, Pizzecolli annotò le epigrafi di monumenti e rovine greche e romane in pericolo di distruzione”. Ecco in pochissime righe il profilo di un grandissimo conservatore di cui fino a “Vite stravaganti di architetti” di Manuel Orazi (Giometti & Antonello) ignoravo tutto.
Ciriaco Pizzecolli, o Ciriaco d’Ancona, più che un architetto è stato un ispiratore di architetti, più che un ispiratore di architetti è stato l’inventore dell’archeologia (fu il primo viaggiatore a visitare e identificare Partenone e Piramidi). Gli chiesero perché si impegnasse tanto e così dispendiosamente e così rischiosamente (nel Quattrocento ci volevano soldi e coraggio per viaggiare) e rispose: “Per risuscitare i morti”. Questo suo percepire gli artefici e gli edifici del passato come vivi (forse più vivi di quelli del presente) mi ha ricordato tre conservatori patentati, molto successivi e per nulla marchigiani: Burke, Chesterton, Scruton. Sia lodato Ciriaco d’Ancona il cui tentativo di annotare tutto, disegnare tutto, fissare tutto, mi ha stimolato questa definizione di conservatorismo: salvare il salvabile e farsi salvare dal salvato.