
LaPresse
Preghiera
Il blackout mentale è più grave di quello digitale
Quello di ieri in Spagna ha mandato in tilt i cervelli occidentali. A nessuno è venuto in mente di affidarsi alla macchina diesel, al fornello a gas, alle persiane, alle buone vecchie enciclopedie, e soprattutto al pagamento in contanti
Ci si preoccupi del blackout mentale, non del blackout digitale. Alla notizia del blackout in Spagna che per molte ore ha reso impossibile ricaricare le auto elettriche, cucinare sulle piastre a induzione, alzare le tapparelle motorizzate, cercare su internet la capitale delle Filippine e soprattutto, soprattutto, soprattutto, pagare con le carte digitali, ci fosse stato ancora un lume nelle menti delle persone avrei visto una corsa alla macchina diesel (tipo la mia), al fornello a gas (tipo i miei), alle persiane (tipo le mie), alle buone vecchie enciclopedie (tipo la mia Britannica, ereditata, mai buttata, non si sa mai) e soprattutto, soprattutto, soprattutto, al pagamento in contanti.
Invece niente, nei cervelli occidentali è calato il buio e non per qualche ora, forse per sempre, davanti a me vedo un poveretto che paga la coca-cola (mi capita di frequentare locali che servono coca-cola) con la carta digitale. L’occidente, forse il mondo, vive fuori dalla realtà, quando si spegne la lampadina non sa accendere una candela. Io che ci posso fare? Vado ad accendere un cero.