preghiera
Si pubblica De Sade, si continui a pubblicare Leonardo Caffo
Mai presenterò un’amica al filosofo condannato per violenze. Ma non mi imbrancherò fra i colpevolisti, brutta genìa, e non smetterò di leggerlo. Se non altro per il piacere di coglierlo in filosofico fallo
Gli atei non possono capirlo, gli atei credono che i credenti siano creduloni ma è l’esatto contrario: io al di fuori dei dogmi di fede non credo quasi a nulla, sono l’uomo più scettico che conosca. In me è come se la fede in Dio avesse bruciato ogni altra possibilità di fede e perfino di fiducia. Per esempio non credo nella giustizia terrena (credo soltanto nella giustizia divina, che alla maniera di Giobbe e Geremia invoco spesso). Prendiamo il troppo noto caso del filosofo Leonardo Caffo. Scettico come mi ritrovo, anche se verrà condannato in via definitiva non crederò fino in fondo alla sua colpevolezza. Di converso, anche se al termine dell’iter giudiziario verrà assolto non crederò fino in fondo alla sua innocenza. Nessuno è buono, ha detto Gesù (Luca 18,19), figuriamoci se può esserlo un filosofo, nella migliore delle ipotesi un prepotente intellettuale. Mai gli presenterò un’amica ma non mi imbrancherò fra i colpevolisti, brutta genìa, e non smetterò di leggerlo, se non altro per il piacere di coglierlo in filosofico fallo. Auspico pertanto che non smettano di pubblicarlo, così come si continua a pubblicare quel filosofo francese dedito alla frusta, De Sade.