PREGHIERA

Leggere le lettere di Irène Némirovsky per sognare un'Europa che non c'è più

Camillo Langone

"Il giorno prima della partenza c’era un grande ballo da noi, all’Hotel Negresco. Ho ballato come una pazza fino alle due del mattino, e poi sono uscita a flirtare nell’aria gelida, bevendo champagne ghiacciato", scriveva la ricca ragazza degli anni venti

Per continuare a essere insensibile devo stare attento a non espormi a libri sensibilizzanti. L’epistolario di Irène Némirovsky, “Lettere di una vita” (Adelphi), potrebbe nuocere al mio progetto di atarassia. In particolare le ultime tre sezioni: Incertezza, Angoscia e Incubo (in quanto di origine ebraica la scrittrice franco-russa nel 1942 venne strappata al marito, alle figlie, alla letteratura, e trascinata ad Auschwitz da dove non tornò). E allora ho preferito leggere la sezione Celebrità e la sezione Spensieratezza che è la prima e la mia preferita. Era una ragazza ricca, Irène, e nei ruggenti Anni Venti se la spassò: “A Nizza, tanto per cambiare, non ho fatto per niente la brava... Il giorno prima della partenza c’era un grande ballo da noi, all’Hotel Negresco. Ho ballato come una pazza fino alle due del mattino, e poi sono uscita a flirtare nell’aria gelida, bevendo champagne ghiacciato”.

Grandi alberghi, grandi feste, piccoli amori e piccole disavventure fra Costa Azzurra e lussuose stazioni termali. Adesso sto sognando quell’Europa in cui la cosa peggiore che potesse capitarti era un’indigestione di astice (vedasi lettera pagina 46). Nessuno mi svegli.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).