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Che vantaggio, la misantropia

Camillo Langone

Molto mi giova, intellettualmente, lo scansare inaugurazioni e presentazioni. Eventi ai quali rischierei di venire condizionato dalla massa. Sono i politici a doverla pensare come gli elettori: io devo pensarla come me

Devo ringraziare la mia insofferenza verso le persone: ha fatto di me l’autore unico e indispensabile che mi pregio di essere. Molto mi giova, intellettualmente, lo scansare inaugurazioni e presentazioni. Alle inaugurazioni non vado praticamente mai, altrimenti verrei condizionato dalla massa degli artisti, dei curatori, dei galleristi, dei collezionisti, e finirei col pensarla come costoro: finirei di pensare, dunque. E un giorno, quasi senza accorgermene, potrei cominciare a scrivere bene di Michelangelo Pistoletto…  Presentazioni ne faccio pochissime. A parte che a fare presentazioni di libri si perdono, di regola, tempo e denaro, a parte che fare presentazioni significa rivestire il ruolo patetico del vanitoso, se fai presentazioni rischi di cominciare a pensarla come i lettori. Si avvicinano, ti adulano, sei costretto a compiacerli, devi condividere i loro rimpianti: “Il vino di una volta”, “le trattorie di una volta”… Mentre sono i politici a doverla pensare come gli elettori: io devo pensarla come me. Con le parole di Francesco De Gregori, un maestro, “non voglio essere dove gli altri vorrebbero che fossi”. Sia lodata misantropia.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).