Antonio Pennacchi vince il premio Strega nel 2010 (Ansa) 

preghiera

Antonio Pennacchi e quel "vietato fumare" in treno

Camillo Langone

Era un libero fumatore. Basta pensare agli scrittori ubbidienti che anziché la fabbrica hanno fatto le scuole di scrittura, quelli che scrivono “car* tutt*”, per capire quanto pesa la sua scomparsa

Penso ad Antonio Pennacchi e provo rimorso. Ne riconoscevo la bravura ma i suoi temi (fascismo, comunismo, fasciocomunismo, sindacalismo…) mi respingevano. Le camicie a maniche corte peggioravano la situazione e così ne lessi solo poche pagine. Adesso riapro un suo libro autobiografico: “Sono una specie di pendolare e un paio di volte alla settimana vado a Roma. Non prendo però il treno a Latina Scalo, ma a Cisterna. L’unico guaio è che adesso non ci si possa più fumare. Mo’ m’hanno levato pure quello. Poi dice la democrazia. Manco sotto il fascismo”.

Era un libero fumatore, Pennacchi, era un indipendente, e se lo confronto con gli scrittori che anziché la fabbrica hanno fatto le scuole di scrittura, gli scrittori evirati e ubbidienti che sui social scrivono “car* tutt*” (manco sotto il fascismo), capisco quanto abbiamo perso e mi dispero.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).