Preghiera

Nando Corona, editore sognatore nel paese dei non lettori

Camillo Langone

Il letterato abruzzese voleva rilanciare la Vallecchi, già casa editrice di Papini e Prezzolini, e la scena culturale di Firenze: è mancata la fortuna, non il valore 

Era un sognatore, Nando Corona. Abruzzese di Teramo, amantissimo dei libri e del Novecento letterario voleva rilanciare la Vallecchi, sperava di riportare al centro della cultura italiana la città di Firenze e la casa editrice di Papini e Prezzolini, Palazzeschi e Soffici. Io, essendo un realista, uno scrittore che sconsiglia a tutti di scrivere (e figuriamoci di fondare o comprare case editrici), ho un bisogno fisico di sogno e per qualche tempo sognai insieme a lui. A un certo punto pensai perfino di trasferirmi sulle rive dell’Arno. Con Corona feci il mio libro più venduto (grazie al titolo pasoliniano, “Manifesto della destra divina”) ma non bastò, la missione era impossibile.  “Mancò la fortuna, non il valore”, si disse di altri eroi, e potrebbe essere anche il suo epitaffio: ci voleva davvero troppa fortuna per rilanciare una casa editrice letteratissima nel paese dei non lettori. Una volta andammo a messa insieme a Loppiano, nella chiesa dei focolarini dedicata a Maria e a Maria chiedo di pregare per lui. E ad Attilio Vallecchi di accoglierlo nel paradiso degli editori sognatori.