(foto LaPresse)

Il vino meglio prenderlo in enoteca che su internet

Camillo Langone

Uscire a comprarlo nei negozi non è un gesto da benefattori, è da calcolatori: semplicemente costa meno

L’amico lettore e bevitore prenda nota: comprare il vino nei negozi fisici non è da benefattori (verso i poveri commercianti in difficoltà), è da calcolatori. Perché il vino costa meno in enoteca che sui portali. Conte e Colao vogliono gli italiani più digitali e Jeff Bezos sarà d’accordo e figuriamoci chi vende vino on line. Peccato che il vecchio vinaio resta (o forse è diventato?) più conveniente. In questi mesi ho comprato bottiglie in bottiglierie e salumerie mediamente abbastanza di lusso, e in una delle più care città d’Italia. All’inizio l’ho fatto per il piacere di due pedalate e due chiacchiere, e per contrastare la desertificazione commerciale, poi ho cominciato a confrontare i prezzi su internet e ho scoperto che senza volerlo stavo realizzando dei piccoli affari. Bianchi o rossi, fermi o frizzanti, di aziende locali o lontane, tutti, ma proprio tutti, costavano meno nei negozi che in rete. Dove poi spesso ci sono le spese di trasporto e il problema di farsi trovare in casa dal corriere. Che la piccola distribuzione abbia prezzi più bassi è sorprendente. O magari no: chi vende su internet sa di vendere a persone ormai inabili ad alzarsi dal divano, e se ne approfitta.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).