Michelangelo Pistoletto

L'arte del diavolo

Camillo Langone

Michelangelo Pistoletto “che ha coperto di spazzatura Piazzale della Pace a Parma in nome della riqualificazione di un luogo degradato”

“Anno più, anno meno, ci sono voluti trenta millenni di progresso per degradare la funzione dell’arte fino a renderla solo un oggetto di scommessa” scrive Didi Bozzini in “Abbecedario eretico. Pensieri sull’arte contemporanea” (Aliberti / I fiori del male). Bozzini ha un nome adespoto ma non un pensiero anonimo e si scaglia contro “l’accademismo duchampiano ormai egemone”, l’avanguardismo frenetico che però ci ha messo cent’anni “per passare da un pisciatoio in ceramica a un cacatoio d’oro”. Nella linea nichilista che unisce Duchamp a Cattelan l’autore inserisce il peggiore degli artisti italiani famosi, Michelangelo Pistoletto “che ha coperto di spazzatura Piazzale della Pace a Parma in nome della riqualificazione di un luogo degradato” (anche in nome del sindaco Pizzarotti, aggiungo io). E’ un merito critico ma il merito critico maggiore non è mostrare l’insensatezza dell’arte che vive di aste, laddove denaro e deiezioni si congiungono incestuosi. E’ mostrare la ragione della sua insensatezza: “Dio è morto e ha lasciato il mondo al diavolo, che godeva di ottima salute”. Arte del diavolo, dunque: sia mandata al diavolo.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).