Ricordi commossi di quando le scarpe si compravano al negozio

Camillo Langone
Dove sono i negozi di scarpe dell’altro decennio? Dove sono le commesse con le pile di scatole, le panchette un po' scomode, i calzascarpe, le vetrine, gli specchi? Dove sono i negozi di scarpe dell’altro decennio e dei decenni precedenti, quelli dove comprai le prime derby e poi le oxford, i beatle, i penny loafer?

Dove sono i negozi di scarpe dell’altro decennio? Dove sono le commesse con le pile di scatole, le panchette un po' scomode, i calzascarpe, le vetrine, gli specchi? Dove sono i negozi di scarpe dell’altro decennio e dei decenni precedenti, quelli dove comprai le prime derby e poi le oxford, i beatle, i penny loafer? Dove sono i negozi che esibivano insegne a volte perfino liberty e i cui indirizzi gli eleganti si trasmettevano di generazione in generazione? Ho cercato mocassini da Modena a Milano e ho trovato serrande abbassate o negozi sforniti con impiegate prossime alla resa: “Provi sul sito”. Pensavo che le calzolerie avrebbero resistito alla Grande Distruzione, forse creatrice e di certo ansiogena, perché mi sembrava ragionevole comprare su internet i libri o le bottiglie o i caricabatterie ma non le scarpe che se sbagli numero vedi le stelle. Sbagliavo. Un negozio non può competere coi prezzi delle grandi società di e-commerce né con gli assortimenti delle aziende produttrici. E il reso facile, mi assicurano, minimizza il problema di eventuali errori di misura. Dove sono i negozi di scarpe dell’altro decennio? Ormai solo nel ricordo commosso dei vecchi clienti. Una prece.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).