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il colloquio
Parla Vannacci: "Zaia al comando della Lega? Non mi preoccupa"
"Io in Veneto ho preso 72mila voti alle europee, senza fare campagna elettorale”, dice il generale. Ma per molti esponenti del Carroccio la vannaccizzazione non paga
“Io non sono per niente preoccupato”. Nemmeno un po’? “In politica contano i voti e io i voti li ho”. Il generale Roberto Vannacci, per una volta, vuole scansare le polemiche. O almeno ci prova. La vittoria della Lega in Veneto, le oltre 200 mila preferenze di Luca Zaia, hanno dato un’altra botta alla sua linea. Meno remigrazione, più diritti e territorio. Il Mondo al contrario intanto perde qualche pezzo. Il vice segretario al contrario è ridimensionato? “Io sono molto contento. La cosa importante è il risultato ed è andata benissimo”, risponde il generale. “Io sono stato in Veneto per ben due volte. Ho dato il mio apporto”. A proposito di voti e di consensi, i sondaggi raccontano che con Zaia al comando il Carroccio sarebbe più forte di quanto non lo sia oggi con Salvini e Vannacci. Il Doge da record, oltre 200 mila preferenze, ricorda spesso che la Lega non è quella del generale, che lei è solo uno dei vice. “Io ho preso oltre mezzo milione di voti alle ultime europee. In Veneto sono stati 72 mila, senza essere veneto e senza fare campagna elettorale”. E però in Toscana, dove Vannacci è stato responsabile della campagna elettorale, questo non si è visto. E’ andata molto male.
Molti esponenti del Carroccio hanno detto senza mezzi termini che la vannaccizzazione non paga. “Quelle erano solo le parole di qualcuno o di certa stampa”. Erano le dichiarazioni dei capogruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, dei presidenti di regione. “Non voglio alimentare nessuna discussione. Non mi sento una vittima, né una persona osteggiata nel partito. Andiamo avanti, sempre con grande fiducia, con grande passione ed entusiasmo. Quando si vince e quando si perde lo si fa sempre in squadra. Questa squadra è andata bene in Veneto. Le polemiche – ribatte Vannacci – troppe volte vengono alimentate da chi interpreta le parole delle persone”. I soliti giornalisti, insomma. E però non si può negare che nel Carroccio ci siano varie anime, quella del nord – identitaria e legata alle istanze tradizionale – e quella sovranista. “Questo è il bello della Lega, la pluralità, ed è sempre stato così. Io ho le mie posizioni, le rivendico e le porto avanti. Nel partito ci sono filoni di pensiero diversi che, pur riferendosi a principi unici, vengono declinati in vari modi”.
Non è quello che pensano, per esempio, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga o lo stesso Zaia, tanto che si parla sempre più spesso del modello alla tedesca: Cdu-Csu. “Guardi, la Lega è la casa di Mario Borghezio e di Giancarlo Gentilini, il sindaco sceriffo. Lo stesso Gian Paolo Gobbo, leghista della prima ora e storico esponente in Veneto, ha spiegato qualche giorno fa che ‘Vannacci dice le stesse cose che diceva Gentilini’. Sono polemiche che lasciano il tempo che trovano. Noi - ripete infine il vicesegretario leghista – andiamo avanti”. Domani intanto i team di Vannacci, il Mondo al contrario, torneranno in piazza con gazebo in tutta Italia.