(foto Ansa)
la rilevazione boom
Con Zaia capo, si vola: le chance di votare per la Lega aumentano. Un sondaggio Youtrend
Qualora l'ex presidente del Veneto diventasse leader del Carroccio le probabilità di votare Lega alle elezioni politiche aumenterebbero del 23 per cento, dicono gli intervistati. Anche perché riuscirebbe a conquistare voti anche nel campo largo. E supera Salvini e Vannacci per indici di fiducia
Adesso viene il bello e il brutto per Salvini. Quanto vale Luca Zaia leader della Lega? Esiste un sondaggio di Youtrend che misura la variabile Zaia. Con lui la Lega vola. Più 23 per cento. Alla domanda: “Se Zaia diventasse leader nazionale della Lega aumenterebbe la probabilità di votare Lega alle prossime elezioni politiche? La risposta “aumenterebbe” è 23 per cento. Altro tema è la fiducia. Zaia supera Salvini e Vannacci, il generale a Colono, il reietto della Lega. Comincia la rumba dei sondaggi, la gara per valutare l’X Zaia, il fattore Z.
Dunque c’è già un sondaggio che incorona Zaia. Al quesito che riguarda la fiducia (quanta fiducia ha in loro?) fra Zaia, Salvini e Vannacci, l’ex governatore veneto totalizza il 31 per cento, Salvini il 22 per cento mentre Vannacci il 16 per cento.
Precisiamo, si parla di sondaggi ma Salvini non è forse ghiotto? Ebbene, il nuovo, l’ultimo sondaggio, dopo il voto in Veneto, misura la popolarità, la fiducia, e probabilità di voto di tre protagonisti Lega, in verità di due e mezzo: Salvini, Zaia e Vannacci (il mezzo). Il campione degli intervistati va da nord a sud, e vengono interrogati sia elettori del centrodestra sia elettori del campo largo. Zaia riesce a conquistare i voti nel campo largo. La probabilità che elettori di centrosinistra si spostino a destra (la domanda è aumenterebbe molto la probabilità di votare Lega se Zaia fosse leader?) è del 28 per cento.
Viene archiviato come leader, ormai scartato il generale Vannacci, lo Stivalone. Se il generale prendesse in mano Lega la probabilità di votarlo, rispetto a Salvini, è del 10 per cento.
Se si passa al tema fiducia il podio è sempre di Zaia. Alla domanda sulla popolarità e fiducia l’otto per cento dice “molta” e il 23 per cento “abbastanza”. Totale 31 per cento.
La necessità della destra è vincere i collegi del sud, tanto che Meloni sta pensando di modificare la legge elettorale. Per scongiurare il pareggio la destra deve strappare elettori di centro, quegli elettori che finora sono stati la fortuna di Tajani e Forza Italia. A ogni comizio Tajani ripete che l’unico partito moderato, rifugio anche per gli elettori di centro sinistra è Forza Italia. Tajani ha attratto elettori che non vogliono votare né Schlein né Conte. Salvini non riesce a coinvolgere elettori dell’altra parte ma Zaia sì. I quindici anni di governo Zaia si sono distinti per la sua battaglia sui diritti, i giovani. Non ha mai cavalcato il tema della sicurezza così come non gli è mai saltato in mente di andare a fare visita alla famiglia nel bosco di Palmoli. Perfino Salvini dopo le recenti cronache prende tempo dopo aver annunciato: “Andrò presto a trovarli”. Alla Camera, Nordio, rispondendo al Question Time sulla famiglia di Palmoli ha dichiarato: “E’ una situazione che va considerata con grande attenzione e bilanciando interessi. E’ chiaro che laddove dovessero emergere profili di rilievo disciplinare eserciterei i poteri conferitemi dalla legge”. Si sta muovendo qualcosa che va perfino ben oltre la Lega. Zaia ha un rapporto speciale con gli altri governatori della Lega, Fedriga, Fontana, Fugatti ma è amato anche da figure come Carlo Calenda. Lo sanno ormai tutti che Meloni apprezza Calenda, la sua opposizione sui temi, i suoi voti a favore dell’Ucraina insieme al governo. Calenda dice, politicamente, “che se Zaia si occupa più del partito secondo me è un’ottima notizia per l’Italia se la traduzione è ‘faccio fuori Salvini’”.
Prima del successo alle regionali, le duecentomila preferenze, si è parlato di Zaia come ministro al posto di Abodi, ministro allo Sport per lasciargli gestire le Olimpiadi. Meloni ha sempre rifiutato la parola rimpasto anche perché, spiegano in maggioranza, “dopo la polemica altissima con Mattarella, il capo dello Stato costringerebbe Meloni a ripresentarsi in Aula per la fiducia”. La cosa certa è che con Zaia, che supera le duecentomila preferenze, la Lega sta lentamente espellendo il doping Vannacci. Il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari ha detto a Sky Tg24 che “quello che dice Vannacci non è la linea del partito”. Si sta affacciando una Lega “purosangue” e Zaia vuole marcare la differenza con la Lega vannaccizzata. Da oggi in avanti si moltiplicheranno questi sondaggi e Zaia potrà scrivere nuovi libri, partecipare a trasmissioni, intervenire con interviste. La vera Zanzara di Salvini non è Cruciani ma il fattore Z. Lo Zaia è nell’orecchio.