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l'intervista

Zaia: “La mia Lega è purosangue. Mi sono commosso per il voto. Il consenso non si può sostituire”

Carmelo Caruso

L'ex presidente, campione di preferenze con oltre 200 mila voti alle regionali in Veneto: "Volevano sostituirmi, non ci sono riusciti. Ha vinto la Lega di buongoverno, seria e affidabile. Io un problema per Meloni e Salvini? Non ho questa percezione"

Questo è Luca Zaia, il Doge leone, la Lega che vale oltre duecentomila preferenze. Caro Zaia, si sta già scrivendo “Zaia ha doppiato Meloni”, “Zaia trascina la Lega”, “in Veneto ha vinto Zaia”. Adesso può rispondere: ha vinto la Lega o ha vinto Zaia? Ha vinto il governatore che non si doveva candidare, che non poteva fare più il terzo mandato? “Ha vinto la Lega, punto e basta. Ho portato in dote il bilancio di una vita, i miei 15 anni e mezzo di governo del Veneto al fianco dei cittadini. Ho portato la mia esperienza e continuerò a portarla”. Le ripeto, di chi è il successo? “Vengo dal mondo dei cavalli e la dico così: c’è differenza fra un asino e un purosangue. Abbiamo dimostrato che la Lega è un partito di purosangue. In punta di piedi posso dire che dietro ogni candidato c’è un lavoro di squadra. La Lega vince quando c’è una squadra sana. La Lega è sana”.

La Lega di Zaia? “E’ la Lega dei territori, la Lega che non si stanca. E’ la Lega di buongoverno, seria, affidabile e infaticabile”. Dicono già, e lo dicono in FdI, che senza Zaia non ci sarebbe stato questo successo. Zaia di chi è? “E’ dei cittadini, dei veneti, degli italiani. Della Lega. Ci tengo a precisarlo: non c’è nessuno, in Veneto, che non sappia che io sia della Lega”. Si è sentito trascurato da Salvini o ferito da Meloni? “Assolutamente no, dopodiché ricordo soltanto che oggi con una mia lista avremmo ancora più consiglieri in regione. Domando: era un bene per Zaia o per l’intera coalizione? La campagna elettorale è finita e adesso bisogna governare nell’interesse della comunità”. Perché le è stato vietato di formare la lista? Si liberi … “La cosa certa è che nessuno mette in discussione l’alleanza di questa coalizione. Nessuno. Come tutte le cose la politica ha un inizio e una fine, come tutte. Ognuno ha la formula magica per gestire questi passaggi. Le segreterie di partito hanno fatto i loro ragionamenti e preso le loro decisioni”. Non crede che la verità sia un’altra? Non crede che lei sia un problema sia per Salvini sia per Meloni? “Non ho questa percezione. Quando ho visto tutti i veti che mi venivano posti, ho deciso di candidarmi. Prima mi hanno vietato di correre, dopo di fare la mia lista e infine di usare il mio nome nel simbolo. Mi sono messo in gioco, in discussione. Io per primo”. Il risultato della Lega, il suo consenso è la prova che FdI, al nord, non ha una classe dirigente? “E’ la prova che c’è chi ha pensato, facilmente, ‘mandiamo via Zaia. Si può sostituire’. Sono il primo a sapere che tutti siamo sostituibili e nessuno è indispensabile, ma è altrettanto vero che nessuno è inseparabile dal proprio consenso”. Cosa risponde a chi dice che senza Zaia la Lega sarebbe arrivata al 18 per cento? “Non mi occupo di sondaggi, non so chi dica questo, certo è che dal 18 al 36 ci sono altri 18 punti dunque deduco di aver portato un buon contributo. Ci sono, ci sarò, come ci sarà la Lega, la Lega che sa amministrare. A Treviso c’è una Lega pre Gentilini e post Gentilini. Significa che la Lega è una scuola di amministrazione, l’accademia della buona amministrazione”. Si ricorda cosa ha detto Vannacci di lei? In Veneto, prendendo a prestito una sua frase (“Vannacci un leghista come tanti”) il generale le ha ricordato, con tono militare, di essere il suo vicesegretario. Cosa replica a Vannacci? “Che è uno dei quattro ma sempre vice”. Come deve essere la Lega dell’avvenire? “La Lega è inclusiva, rispettosa ma fino a quando si rispettano le regole e le regole valgono per tutti, nessuno escluso. E’ questo il partito che abbiamo costruito. E’ questo il partito fondato da Bossi, un partito che ha il cittadino come attore protagonista. Il resto è solo una divagazione sul tema”. E’ vero che si è commosso? “Se devo pensare a tutte le elezioni, questa è la campagna più commovente da quando faccio politica. Al di là del primato e dall’essere capolista, il vero primato è vedere che dopo 15 anni una comunità ti apprezza ancora in un mondo dove dopo 24 ore tutti hanno la garanzia scaduta, dove si pensa che tutto possa cambiare”.

 

La Lega di Zaia è la Lega young, dei giovani, dei diritti? “Dopo l’elezione ho ricevuto un’ondata di messaggi su Instagram. Erano messaggi di giovani, adolescenti. Devo dire grazie, anche a loro, che mi hanno votato, in massa. Li ho sempre difesi con convinzione. C’è una Lega che li attende a braccia aperte. Dove si può crescere e arrivare perfino a guidare una regione”. Zaia, metta fine a questo rebus: cosa farà? Le elenco le cariche possibili: presidente dell’Eni, presidente del Consiglio regionale veneto, parlamentare, ministro. Cosa sceglie? “Mi metto a disposizione di Alberto Stefani, il presidente della regione Veneto, mi metto a disposizione. Del resto se ne parlerà in primavera”. Andate a Venezia, il nuovo è l’antico. Zaia l’eterno

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio